Il 5 marzo 2020 si inaugura la grande mostra “Raffaello 1520-1483” alle Scuderie del Quirinale a Roma. Dopo pochi giorni l’Italia è costretta, causa un’eccezionale emergenza sanitaria, a limitare la mobilità delle persone ed a chiudere tutti i luoghi pubblici, musei compresi. La pandemia intanto dilaga nel mondo. Lo spaesamento iniziale è fortissimo, ma la voglia di reagire è forte ed i musei, luoghi di cultura e di incontro per antonomasia, decidono di ricorrere a percorsi virtuali con video-racconti e video-passeggiate nei percorsi espositivi, i canali social diventano un’alternativa alla visita diretta. E’ di questi giorni che anche le Scuderie del Quirinale, con la loro imponente mostra per i 500 anni dalla morte del grande artista di Urbino, sul proprio sito informano che con l’hashtag #RaffaelloOltreLaMostra si potrà ascoltare il racconto dei curatori, partecipando virtualmente anche ai diversi incontri ospitati a palazzo Altemps prima dell’apertura al pubblico della mostra. La breve vita di Raffaello, morto ad appena trentasette anni il 6 aprile 1520, può essere divisa in tre periodi, la nascita e la prima formazione nell’ambito marchigiano-umbro, l’arricchimento degli anni fiorentini e la grande avventura romana. Così sono proprio tre gli studiosi che si occupano, ognuno, di un periodo, Silvia Ginzburg racconta la giovinezza del ‘divin pittore’, Antonio Natali narra il suo periodo fiorentino e Alessandro Zuccari ripercorre i suoi anni dorati nella Capitale romana. Si segnalano poi approfondimenti di Marzia Faietti e Matteo Lafranconi, curatrice della mostra la prima e direttore delle Scuderie del Quirinale il secondo, mentre riflessioni su segmenti specifici del percorso espositivo riguarderanno la Lettera di Leone X, il progetto di Villa Madama, il rapporto di Raffaello con l’antico e con i suoi committenti. Con l’hastag #RaffaelloInMostra si entrerà, invece, direttamente nelle sale espositive, per scoprire curiosità sulla fase dell’allestimento di questa imponente rassegna, sono infatti 204 le opere in mostra di cui 120 realizzate da Raffaello. La sinergia con altri poli museali e gallerie internazionale è stata intensa, solo per un idea dagli Uffizi di Firenze arrivano La Madonna del Granduca e la Velata, dalla Pinacoteca di Bologna la Santa Cecilia, la National Gallery di Washington ha contribuito con la Madonna Alba ed il Louvre con l’Autoritratto con amico e il Ritratto di Baldassare Castiglione, invece è del Prado il prestito della Madonna della Rosa. Una vita breve ed intensa quella di Raffaello, al di là della componente mitica che caratterizza vite di artisti prematuramente spezzate, nel caso del grande Urbinate quasi divina e con il Vasari che nella sua opera “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti” (1568) lo definisce “un dio mortale”, un’unione di bellezza e perfezione. Le spoglie del pittore riposano, con ogni onore, al Pantheon di Roma dove ogni mattina per tutto il 2020 viene portata in omaggio sulla tomba una rosa rossa. Per i 500 anni dalla morte, ovunque, erano state previste mostre ed esposizioni in suo onore, l’apprezzamento all’impegno di quanti hanno contribuito agli allestimenti potrà essere dato, per il momento, nel caso delle Scuderie del Quirinale con i collegamenti virtuali, sperando in un dopo 4 maggio 2020 (in scadenza i provvedimenti di chiusura del governo) che possa riservare delle aperture, in ogni senso.
Marisa Paladino