È nato il “Festival dei Teatri di Pietra” in Sicilia

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Il cartellone del neonato Festival dei Teatri di Pietra, vede la sua inaugurazione con una Tosca “caravaggesca” un unico titolo rappresentato nei tre gioielli architettonici siciliani, “una Tosca che vuole essere un mix tra le arti, architettura pittura e musica, il festival nasce come riscatto musicale e artistico all’insegna dell’arte, della qualità e del rispetto per gli artisti della nostra terra”  queste le parole di Francesco Costa direttore stabile del Coro Lirico Siciliano.
Un festival auto prodotto e gestito dal Coro Lirico Siciliano, cioè dagli stessi artisti, che sappiamo in passato, per svariati anni sono rimasti scottati dalle esperienze con famigerati impresari, interessati solo ai proventi economici, gli addetti ai lavori ricorderanno le loro vicissitudini, che ora hanno il solo interesse di regalare al pubblico l’incanto che l’opera lirica sa creare.
Dopo l’inaugurazione del 13 luglio al Teatro Greco di Siracusa, la Tosca “caravaggesca” approda nell’impareggiabile contesto del Teatro Greco di Taormina, per completare il suo tour al Teatro Greco di Tindari, grandi nomi invitati a dare il loro contributo al nuovo festival da Giovanna Casolla, Dimitra Theodossiou che vedremo impegnate in Cavalleria Rusticana il 13 agosto e nel Concerto “Fuoco di Gioia” del 25 agosto al teatro greco di Tindari.
Ma tornando alla Tosca  pittorica, impareggiabile è il disegno dei giochi di luce di Claudio Mantegna che esalta la regia di Alessandro Cecchi Paone, coadiuvato da Anna Aiello, regia che risulta tradizionale, senza stravolgimenti moderni, ma l’intento era proprio quello di una “rappresentazione estiva, tranquilla e rilassata”, testuali parole di Cecchi Paone a INFORMA SICILIA TV, diremmo forse anche troppo, visti gli incidenti dolorosi e imbarazzanti, in cui il povero protagonista si è ritrovato, vedi l’inciampo col plotone d’esecuzione, portando il pubblico, suo malgrado, ad un suicidio di Tosca tragi-comico.
Nuova e interessante l’idea di far cantare la serenata al pastorello, inizio terzo atto, dalle gradinate del teatro usando il fascino naturale del luogo, anche se la voce e la scelta di Adonà Mamo non è stata delle più gradite.
Belle e di grande impatto le scene di Alfredo Troisi, s’intuisce che il riferimento ai quadri del Caravaggio non vuol essere cronologico, in quanto siamo in secoli diversi ma è legato all’ambientazione dell’opera nelle chiese romane, i chiaro-scuri e i contrasti dei quadri in più occasioni vengono spesso ripresi con attenzione dai movimenti dei protagonisti. Completano la ricca rappresentazione i co­stu­mi ottocenteschi af­fi­da­ti all’espe­rien­za del­la Sar­to­ria Pipi.
Ben in linea i caratteri con le voci dei protagonisti, Marcello Giordani, un Mario Cavaradossi romantico che vanta grande esperienza del ruolo, nei più importanti teatri d’opera del mondo.
Nebojsa Babic ha sostituito Alberto Mastromarino, ed ha reso con forte caratura e introspezione psicologica il personaggio del potente Barone Scarpia, colui che rappresenta la parte brutta dell’umanità. Bene  Francesco Congiu in Spoletta che completa il cast.
Apprezzabile e riuscito lo sforzo canoro del coro di voci bianche di Taormina diretto da Ivan Lo Giudice, anche se i movimenti sul palco erano troppo movimentati e disordinati. Svetla Vassileva è Floria Tosca, soprano bulgaro che contribuisce al buon risultato della rappresentazione sostenuta dalla comprovata e apprezzata esperienza del Coro Lirico Siciliano e da una giovane e buona compagine orchestrale guidata dal direttore Gianluca Marcianò at­tua­le di­ret­to­re del Tea­tro Na­zio­na­le Ser­bo di Novi Sad e di­ret­to­re ar­ti­sti­co del Fe­sti­val Al Bu­stan di Bei­rut che ha rispettato la ricchezza della partitura attualizzando ciò che è stato rappresentato migliaia di volte.
Un Te Deum all’altezza delle più grandi e spettacolari rappresentazioni, con tutti i protagonisti sontuosamente schierati nel grande palcoscenico ponendo al centro un enorme Corpus Domini un plauso quindi a tutta l’organizzazione che con coraggio, sapienza e soprattutto passione affronta tutte le difficoltà legate alla nostra terra, ma sappiamo che… il Coro Lirico Siciliano “ama” queste sfide.

Gabriella Spagnuolo

 

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