L’ultimo capolavoro di Mozart è andato in scena per l’apertura della stagione del Teatro Vincenzo Bellini di Catania, grande e atteso ritorno dopo ben 20 anni di assenza, incanta il numeroso pubblico.
Il Singspiel fu composto nel maggio del 1791 su libretto di Emanuel Schikaneder , che debuttò il ruolo di Papageno alla prima rappresentazione del 30 settembre 1791 sotto la direzione dello stesso Mozart, è una fiaba iniziatica che attraverso prove crudeli, ci porta ad assistere alla vittoria finale dell’amore sull’odio.
Nasce come fiaba che insegna a riconoscere il bene dal male, i personaggi sono divisi in buoni e cattivi, e tutta l’opera è un viaggio iniziatico massonico con l’intento moralistico che si addice a tutte le fiabe e che porta il protagonista alla scoperta dell’amore superando le prove dell’acqua del fuoco…
E grazie alla guida di Pamina e del suono del magico strumento, il giovane principe riesce ad accedere al mondo superiore degli iniziati capeggiati da Sarastro, e quindi alla conoscenza del bene comune, della fratellanza e dell’armonia.
Realizzazione semplice, minimalista, diciamo pure un’ambientazione moderna, non mancano i cellulari nelle mani dei protagonisti…, scarne le scene, nel primo atto in una biblioteca Tamino, il giovane protagonista leggendo un libro trova i personaggi che poi diventeranno i suoi compagni di viaggio, e grazie alla sua fantasia e all’aiuto di un flauto attraverserà delle prove che lo porteranno ad essere un iniziato.
L’idea di Pier Luigi Pizzi, regista e autore delle scene e dei costumi, ci porta dentro un tempio massonico, ed è facile ritrovare le contrapposizioni dell’opera luce-tenebre, cielo-terra, fuoco-acqua, dame e geni, la Regina della Notte e Sarastro, il flauto magico e il carillon di Papageno.
Produzione interessante dal punto vi vista musicale. Tra il cast un elogio particolare alla giovane Eleonora Bellocci, ex allieva dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino che seleziona e forma giovani talenti in modo encomiabile, artista dotata di un bel colore, sovracuti sicuri e del virtuosismo ideale richiesto dall’impervia scrittura che l’autore riserva specialmente al ruolo de La Regina della notte. La Bellocci affronta con fermezza e con “più di un pizzico” d’emozione, come Lei stessa ci racconta, le difficoltà del ruolo e nonostante la giovane età s’impone con un’interpretazione sicura e convincente.
Semplicità e poesia ci offre il Papageno di Andrea Concetti artista dotato di grande verve ed empatia, cattura il pubblico catanese e convince dunque sia nel canto che nella recitazione! Autorevolmente convincente il basso Sarastro di Karl Huml . buona musicalità e vocalità misurata per la Pamina di Elena Galitskaya, Tamino è il giovane Giovanni Sala un principe gradevole e assai giovane.
Deliziose e intriganti le tre dame Veta Pilipenko, Pilar Tejero, Katarzyna Medlarska, mentre i fanciulli hanno accusato qualche incertezza d’intonazione. Giudizio positivo anche per gli altri ruoli che completano il cast, Sofia Folli Papagena , Oliver Purckhauer, Riccardo Palazzo e Andrea Giovannini.
Ed il connubio mirabile delle scelte di Pizzi e del maestro Gelmetti, direttore ospite del Teatro Bellini di Catania accompagnano intensamente il coro e la pregevole orchestra nell’incanto della musica settecentesca aiutando il pubblico, gremito di giovanissimi, a cogliere gli svariati messaggi che Mozart ha voluto trasmetterci…l’Amore vince sempre e tutti saranno felici e contenti.
Gabriella Spagnuolo