Il San Carlo celebra la Pasqua ricordando la strage di Castel Volturno

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Venerdì 30 e sabato 31 marzo, in occasione della Settimana Santa, il Teatro San Carlo di Napoli ha organizzato il consueto concerto di Pasqua per augurare buone feste al suo affezionato pubblico. Un concerto sinfonico dall’arduo filo conduttore che ha visto un’inconsueta alternanza di direttori; Maurizio Agostini ha infatti diretto le prime esecuzioni di due brani composti dal contemporaneo Enzo Avitabile, mentre la bacchetta di Yuri Simonov ha guidato l’orchestra del San Carlo da Mendelssohn a Rimsij-Korsakov inframmezzati da un sempre attuale Haydn. 
Dedicata naturalmente alle celebrazioni ortodosse è l’ouverture su temi liturgici op. 36, La Grande Pasqua Russa, di Rimsij-Korsakov, all’interno della quale non mancano però anche citazioni melodiche e ritmiche tipiche dei riti pagani; dal gusto popolare deriva la complessità ritmica che trova sfogo nell’alternanza tra ritmi binari, ternari e nei cosiddetti “ritmi bulgari”, la cui resa orchestrale si è scontrata con un gesto direttoriale più attento a sottolineare i momenti solistici e le linee melodiche che non alla cura dell’insieme orchestrale.
L’augurio “Buona Pasqua” assume un altro significato nei brani del contemporaneo Enzo Avitabile, fu questo infatti il saluto carico d’odio che il boss Giuseppe Setola rivolse al giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che lo condannò all’ergastolo per la strage di Castel Volturno di cui quest’anno ricorre il decennale. Maria Stella e Tamburo a Niro, questi i titoli delle composizione dedicate alla commemorazione di questo tragico evento, presentano una struttura per lunghi tratti omofonica e omoritmica, lasciando ampia libertà al testo, scritto e recitato dal compositore stesso, che tra onomatopee e citazioni di Martin Luter King – di cui ricorre il cinquantesimo anniversario dalla morte- racconta la storia dei sei immigrati ferocemente uccisi dall’avidità dei camorristi intenzionati a controllare lo spaccio sul litorale Domizio.
Ad arricchire l’intenso programma durato oltre un’ora, sono stati la giovane Esther Yoo ed il suo violino con l’esecuzione del celebre concerto in mi minore per violino ed orchestra op. 64 di Felix Mendelssohn-Bartholdy; l’esibizione di Esther Yoo, vincitrice del Sibelius International Violin Competition, è stata pulita e rigorosa ma è mancato quel temperamento energico ed al tempo stesso malinconico che caratterizza questo concerto già dalle sue prime battute, catturando l’animo dell’ascoltatore come, ancor prima di prendere vita sullo spartito, non lasciava “un minuto di pace” nella mente del compositore.  

La Sinfonia n 26 in re minore di Franz Joseph Haydn è sembrata molto distante dal resto del programma specialmente per la contrapposta sonorità del cembalo rispetto ad una orchestra sinfonica forse troppo numerosa. Nel complesso l’affezionato pubblico del San Carlo ha apprezzato il pomeriggio musicale tardando nell’avviarsi ai festeggiamenti per la Pasqua in famiglia chiedendo a gran voce un bis che per la varietà di interpreti non si è potuto concedere.

Emma Amarilli Ascoli

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