Il Giocatore è l’ultima tappa della “Trilogia della libertà”, organizzata dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, una rassegna di spettacoli che intendono affrontare il concetto di libertà e la perdita di essa. Tutti e tre gli spettacoli sono adattamenti teatrali, di autori contemporanei, tratti da romanzi: Arancia meccanica(Anthony Burgess), Qualcuno volò sul nido del cuculo(Ken Kessey) e Il Giocatore (Dostoevskij).
L’idea dello spettacolo nasce nel lontano 2007 quando Vitaliano Trevisan, per caso, lo stesso Caso che governa la pallina della roulette, si imbatte nel libro “Dostoevskij mio marito” di Anna Grigor’evna e lo fa suo. Comincia dunque a leggere la storia del giocatore Dostoevskij e subito dopo rilegge “Il Giocatore”, è in quel momento che decide che le due storie debbano sempre essere collegate. L’idea non è affatto peregrina.
Nel 1866 Fëdor Dostoevskij aveva 45 anni, vedovo di un’opprimente relazione passionale, era incalzato dai creditori per i suoi debiti di gioco. Per pagarli aveva stretto con l’editore Stellovskij un patto nel quale si impegnava a cedere per la durata di nove anni tutti i diritti per le sue opere, anche quelle future, se non avesse dato alle stampe un nuovo romanzo entro il novembre 1866.
Era ottobre e il romanzo era ancora solo nella sua testa, rassegnato alla rovina Dostoevskij si confida con l’amico Milijukov che lo convince a non arrendersi e gli consiglia di avvalersi di una stenografa. Incontra dunque Anna Grigor’evna che lo aiuto a completare il romanzo in soli 28 giorni e a vincere dunque la scommessa. Ma da questo incontro, ancora una volta avvenuto per Caso, Dostoevskij ottenne di più di una scommessa vinta, si innamorò di Anna e decise di sposarla. Grazie all’amore ed al potere catartico della scrittura riesce ad uscire dal tunnel dal giro della roulette e della sua dipendenza.
Ad essere rappresentate in scena sono le storie dei due giocatori, Dostoevskij e il protagonista del suo romanzo Aleksej, ad affrontare la sfida di interpretare entrambi sarà Daniele Russo, mentre a Camilla Semino Favo sono assegnate le donne dei due rispettivamente Anna Grigor’evna e Polina.
Lo spettacolo si articola su tre livelli, il racconto in prima persona di Aleksej, proprio come nel romanzo, le sue avventure rappresentate in divenire e la vita dell’autore. Questo triplo piano narrativo, racconta il regista Daniele Russo, inizialmente sembrava ostico da immaginare realizzato ma durante le prove, da opposti che erano, questi livelli si sono pian piano appianati fino a “fondersi lungo la strada l’uno nell’altro. E mentre l’uno affonda, l’altro risorge. Una sorta di catarsi non lineare”.
Dal punto di vista scenico per favorire l’intreccio si è scelta una scena fissa modificata solo dai giochi di luce, le atmosfere e le musiche. Inalterati e atemporali sono anche i costumi dei due protagonisti, la scelta della costumista Chiara Aversano è interessante e funzionale ma ha creato qualche stimolante difficoltà ai due protagonisti, come essi stessi hanno ammesso. Diversa la scelta dei costumi per gli altri personaggi i quali sono tutti vestiti con abiti storici e nobili per marcare il contrasto con la “schifezza” che domina l’animo dei personaggi, vittime dell’oppressione delle loro passioni e dei loro desideri.
Nei ruoli principali Daniele Russo (Aleksej/Dostoevskij), Marcello Romolo (il generale), Camilla Semino Favro (Polina/Anna Grigor’evna).
Completano il cast Paola Sambo, Alfredo Angelici, Martina Galletta, Alessio Piazza, Sebastiano Gavasso. Le scene sono di Roberto Crea, i costumi di Chiara Aversano, il disegno luci di Salvatore Palladino, i movimenti scenici di Eugenio Dura.
Durante la messa in scena dello spettacolo, nel foyer del Teatro Bellini, sarà allestita la mostra “AZZARDO: non chiamiamolo gioco” promossa dalla Fondazione Exodus onlus, Casa Giovane,Movimento Non Slot, Magazine Vita, Unilab e Anci, con il Patrocinio del Senato della Repubblica. Si tratta di un’esposizione di 68 vignette di 36 noti autori italiani, naturalmente sul tema del gioco d’azzardo.
Ma non è l’unico progetto legato al debutto de “Il Giocatore”, il 14 marzo, infatti, alle ore 11 presso l’aula Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, (via Porta di Massa 1) si terrà un incontro sul tema della ludopatia con particolare attenzione alla sua diffusione tra i più giovani. L’incontro è organizzato dalla Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini, l’Università Federico II e la Commissione Scuola e Istruzione del Comune di Napoli, e vedrà la partecipazione di Gabriele Russo, direttore artistico del Teatro Bellini e regista de “Il Giocatore”,Arturo De Vivo, Prorettore dell’Università Federico II, Caterina Arcidiacono, docente di psicologia sociale dell’Ateneo federiciano, Giancarlo Alfano, Presidente del Corso “Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria”., Francesco De Cristofaro, docente di critica letteraria e letterature comparate della Federico II, Valentina Boursier, ricercatrice di psicologia clinica e Fausta Nasti, psicoterapeuta esperta in dipendenza comportamentali, specializzata sul gioco d’azzardo.
Emma Amarilli Ascoli
Foto di Emanuele Ferrigno ©