Se i valori universali della pace, della libertà, della fratellanza, del rispetto dei diritti umani, del dialogo tra le culture dei popoli al di sopra di muri e frontiere potessero avere una colonna sonora, sicuramente sarebbe quella risuonata al Museo di Pietrarsa, simbolo di spostamenti, ponti e confini abbattuti, in collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane, la sera del 7 agosto 2017 e che ha visto protagonista l’ Orchestra Sinfonica dei Giovani Musicisti Europei/ European Spirit of Youth Orchestra/ ESYO, formata da ottanta giovani musicisti di diciassette Paesi, tra cui, per la prima volta quest’anno, anche quelli delle aree di guerra del Medio Oriente, diretti dal Maestro Igor Coretti-Kuret, introdotti e intervallati dalla voce narrante dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz, entrambi figli della frontiera dell’Est, nell’ambito del progetto “Tamburi di pace sulle vie d’Europa. Appia e le altre”.
Dopo un suggestivo concerto all’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, domenica 6 agosto 2017, realizzato grazie al Polo Museale della Campania, Regione Campania, Scabec e comune di S. Maria Capua Vetere, è toccato ad un luogo assai diverso, ma non meno affascinanta, ospitare le note di pace della ESYO.
«Paolo Rumiz è tornato a Santa Maria Capua Vetere, la città “dove le pietre parlano, anzi urlano per chi sa ascoltarle”, e le possenti pietre dell’anfiteatro campano hanno vibrato durante il concerto di tamburi di pace, emozionando un pubblico di oltre 600 persone» ha dichiarato la dott.ssa Ida Gennarelli, Responsabile dell’Anfiteatro capuano, che ha aggiunto:
«Tutto il pubblico è stato catturato dalle parole e dalla musica che evocavano l’Appia, asse strategico tra Roma e Capua, ponte verso l’Oriente. l’Appia può essere la guida per riconnettere Capua, città multiculturale, tanto ricca e fertile da rivaleggiare con Roma, nelle fitte reti di relazioni del terzo del terzo millennio, fatte di nuove e antiche strade intrecciate al suono di tamburi di pace»
In conclusione la responsabile capuana ha affermato: «È proprio dei luoghi dell’arte essere portatori di civiltà e di solidarietà tra i popoli. L’anfiteatro capuano, edificio costruito per spettacoli cruenti diventa oggi luogo dell’anima, che evoca antiche relazioni tra popoli, facendoci riflettere su quanto accade nel Mediterraneo, passato da ponte e culla della civiltà, contro ogni sua vocazione, a barriera, a confine più a rischio del mondo»
Luogo di una bellezza sublime, il Museo di Pietrarsa, tra i dieci più belli in Italia secondo Rumiz, da mettere al fianco del museo del violino di Cremona.
«Pietrarsa ha un’acustica straordinaria- afferma Rumiz – Lì narrerò storie ferroviarie, il treno come mezzo per gli uomini che si incontrano, si lasciano, a cui affidano speranze e fatica»
Si tratta di un viaggio in cui la musica sinfonica e la narrativa si uniscono con l’obiettivo di promuovere i valori universali della pace e del dialogo interculturale fra i popoli, risultato di un’intensa attività musicale e didattica, svolta in Italia e in molti altri Paesi europei, seguendo un percorso di formazione musicale che vede soggetti principali lo spirito europeo della gioventù costantemente alimentato dal dialogo interculturale attraverso la musica, il cui linguaggio non ha confini, e dall’ integrazione sociale ed artistica dei giovani musicisti.
Nata a Trieste nel 1998 sotto la buona stella del celebre violinista Yehudi Menuhin, l’Orchestra ogni anno si rinnova con nuovi giovani musicisti e ogni anno si dissolve. Essi vengono scelti attraverso una rigorosa selezione nei loro Paesi d’origine, per poi formare, a Trieste, questa “straordinaria realtà, senza eguali nel panorama delle orchestre giovanili, in termini di qualità, maturità artistica, professionalità e capacità di esecuzione”, come l’ha definita il violinista Uto Ughi.
Da due anni Paolo Rumiz è la voce narrante del gruppo che introduce e collega in maniera accattivante le esecuzioni musicali con le sue storie che, mentre celebrano fiumi, mari, montagne, strade, ponti, sentieri, tracce, popoli, lingue, ricordano a gran voce chi ha migrato per lavoro, paura, curiosità, fame, amore o semplice inquietudine, indifferenti a quei muri reali, formali, mentali e metataforici. E’ una connessione continua fra il “viaggiare” e le “migrazioni” , fra le grandi vie d’Europa e, soprattutto la via Appia, la più antica, su cui, non a caso, si sono svolte alcune tappe della tournée 2017 dell’Orchestra.
In apertura di serata il pubblico è stato accolto con l’ esecuzione di “Europa”, Fanfara per ottoni e percussioni composta per l’occasione, di Giuseppe Farace. Sono state eseguite poi musiche di Zimmer, dalla colonna sonora del film Il Gladiatore, nell’arrangiamento di John Wasson, il poema sinfonico “I pianeti” di Gustav Teodor Holst e “I pini della via Appia, la leggenda”, dal poema sinfonico “I Pini di Roma” di Ottorino Respighi. In conclusione, l’”Inno alla Gioia”, dall’ultimo movimento della IX Sinfonia di Ludwig van Beethoven.
Così Paolo Rumiz: «Questi ragazzi costituiscono una realtà orchestrale molto particolare, “metafora perfetta di ciò che potrebbe essere l’Europa. Un “ensemble” che non può e non deve dormire sugli allori, ma rinascere continuamente, simbolo concreto di una società che per convivere ha bisogno di sentire l’altro, prima di bollarlo come straniero. Indicano con la musica una strada all’Europa che non ha ancora trovato un linguaggio per raccontare se stessa, sono seminatori di lietezza, gioia, oltre la visione grigia, burocratica, monetaria…Con loro ci sono sogni, determinazione, un messaggio da ascoltare e che vuole dialogare con gli altri in una costruzione dell’Unione Europea giorno dopo giorno…»
Calorosi ed entusiasti gli applausi del pubblico napoletano, soprattutto quando il direttore, simpaticamente e con spirito di squadra, lo ha invitato a tollerare qualche piccola defaillance di intonazione, evidenziando quanto il terribile caldo umido inficiasse l’esecuzione e definendo “ missione impossibile” la Carmen proposta come bis a conclusione di serata.
Nella notte di San Lorenzo, giovedì 10 agosto 2017, tutte le vie d’Europa si sono ricongiunti tra i Sassi di Matera, designata Capitale europea della Cultura 2019, con la partecipazione del Comitato UNESCO, mentre il concerto conclusivo, con il patrocinio della Camera dei Deputati, avrà luogo domenica 13 agosto 2017 a Camerino, nel cuore delle Marche terremotate.
Katia Cherubini