L’intreccio della maschera della vita e dell’arte: Kokocinski

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Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown è la mostra personale di Alessandro Kokocinski, ideale prosecuzione dell’esposizione realizzata nel Museo di Palazzo Cipolla a Roma nel corso del 2015, presentata al pubblico dal 7 aprile al 5 giugno 2017 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La mostra è promossa ed organizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, a cura della Fondazione Alessandro Kokocinski, con la collaborazione tecnica di Civita.

Immagine principale sviluppata e indagata dall’ambito antropologico a quello teatrale a quello sociologico è la maschera;  Kokocinski  per sviluppare il tema combina gli spunti del fantastico di impronta russa col realismo sudamericano, della tradizione pittorica italiana e spagnola coi monumenti del teatro popolare napoletano, del dettato dell’arte scenica con quello della componente circense.
L’autore propone molte opere legate al mondo circense, da lui ampiamente conosciuto per avervi lungamente lavorato, rielaborate in veste teatrale, affiancando così alle clownerie Pulcinella e Petruška, in un disegno di pirandelliana memoria dove la maschera umana tutto permea, e non vi è confine tra il mascheramento e la realtà.
Estende il significato simbolico della maschera/mascheramento al corpo tutto dell’individuo che diviene una marionetta, un burattino.

Materiale scelto per eccellenza è la cartapesta – medium essenziale di quasi tutti i lavori – è assoluta protagonista, elemento coagulante, materia dell’effimero.
L’esposizione contempla un corpus di oltre settanta opere polimateriche dalle tecniche fortemente innovative – dipinti, sculture, altorilievi, installazioni, disegni, filmati, versi poetici, libri d’artista – ispirate alla metamorfosi della maschera, che l’artista definisce «mediatrice fra noi e il vuoto insondabile celato».
Paola Goretti a proposito della mostra afferma che: «Sotto il tendone da circo sempre vivo, Kokocinski è un assalto al cuore colmo di paesaggi con uomini rotti, il canto di un disastro partorito a morsi e a morsi sputato nelle latrine, un colore pentecostale acceso di lapilli. Ma anche uno sterminato orizzonte aereo dai riflessi felici e iridescenti, catapultati verso il cielo; un volume sottile -infinitamente esangue- esaltato dalla dimensione funambolica dell’arte circense. Un graduale affettivo fitto di allacci, un vibrante sedimento della memoria dell’umanità. Tra Vita, Maschera, Sogno».
Il progetto espositivo propone atmosfere dal forte impatto scenografico ed evocativo, largamente ispirate al tema del mascheramento e rispecchiamento: tra identità, doppio, disidentità.
Il percorso espositivo si articola in sei aree, scalate con continuità di rimandi: L’Arena; Pulcinella; Petruška; Sogno; Il Clown; Maschera Interiore.
L’itinerario è animato da tre grandi installazioni Olocausto del Clown tragico, Non l’ho fatto apposta e Sguardo al futuro nascente, che compongono una miscellanea figurativa satura di spunti linguistici, rielaborazioni di opere precedenti assemblate in nuove configurazioni, variazioni tematiche, affacci e ritorni, tutte sostenute dal rapporto tra finzione e realtà.
Afferma il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo Emmanuele F. M. Emanuele: «La mostra del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, oltre a rappresentare il punto più alto della produzione artistica di Kokocinski, può considerarsi anche una sintesi del suo percorso esistenziale. L’arte del Maestro va letta, infatti, in parallelo alla sua esperienza di vita, e la mostra dà un forte contributo in tal senso, in quanto costituisce l’occasione per conoscere non solo l’opera di un uomo che ha vissuto direttamente alcune tra le più grandi tragedie del Novecento, ma anche quella di un artista che ha avuto la fortuna di vivere una delle più dinamiche stagioni dell’arte, quella degli anni Settanta, fatta di ricerca, sperimentazione e scoperta».
Il catalogo è edito da Skira, con scritti di Tiziana Gazzini, Paola Goretti, Margaret Mazzantini, Paolo Conti e dello stesso Alessandro Kokocinski.

Tonia Barone

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