La Pasqua può divenire occasione di riflessione sulla tematica degli eventi storici che essa celebra e vivivere la ricorrenza con un pensiero laico.
L’Associazione Teatrale Arcoscenico da ben cinque anni porta in scena, in questo periodo dell’anno, Processo a Gesù di Diego Fabbri, nella riduzione e con la regia di Rodolfo Fornario.
L’opera fornisce spunti di ragionamento e di meditazione, e innumerevoli argomenti di discussione sulla tematica dello sorico processo a Gesù di Nazareth.
Fabbri ha impiegato ben due anni per redigere Processo a Gesù e si è ispirato ad un processo politico sulla figura di Gesù svolto da un gruppo di giuristi inglesi nel 1933 a Gerusalemme che si concluse con l’assoluzione di Gesù.
L’autore ha usato questo pretesto per raccontare di una società uscita malconcia dalla guerra e aveva perso la speranza della salvezza, smarrito la fiducia nei propri valori, soprattutto nella condivisione e nell’amore, rifugiandosi nell’individualismo e nell’edonismo.
Non è casuale che il processo/rappresentazione sia realizzato da una compagnia di teatranti ebrei, e che al suo interno si celino le colpe non dette della persecuzione subita dagli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
L’opera narra dei componenti di una famiglia ebraica, Elia, sua moglie Rebecca, la figlia Sara e Davide, insieme ad una troupe di attori che decidono di mettere in scena il processo a Gesù di Nazareth, una sorta di sacra rappresentazione che cerca di scoprire se Gesù fosse innocente o colpevole, se fu condannato ingiustamente o meno. I quattro, a cui si aggiunge poi un giudice occasionale, sembrano ripetere parti prestabilite: alcuni si mettono alla difesa, altri all’accusa.
Il dibattito è però serrato e polemico, tanto da far supporre qualche personale implicazione dei personaggi, tutti ebrei e quindi tutti in qualche modo eredi dei porotagonisti dell’antico processo al Cristo.
Piano piano vengono chiamati a deporre coloro che furono direttamente coinvolti in quel processo: Caifa, Pilato, Maria, Giuseppe e poi alcuni discepoli, Pietro, Giovanni, Giuda; tutti attori moderni che interpretano una parte, ma nello stesso tempo personaggi autentici che difendono un ruolo, una scelta, una posizione pro o contro Gesù.
La particolare impostazione dell’opera di Fabbri fa sì che partendo da posizioni, diciamo, ufficiali, i personaggi scivolino verso una dimensione squisitamente umana rivelando debolezze, rimpianti, scrupoli e rimorsi che ancora li attanagliano.
In bilico tra ruoli pubblici e debolezze umane vengono ricostruiti i passaggi più importanti della vita di Cristo.
Processo a Gesù fu posto al controllo del Santo Uffizio l’anno successivo alla sua prima rappresentazione, avvenuta al Piccolo Teatro di Milano il 2 marzo 1955 con la regia di Orazio Costa, per “offesa alla religione e istigazione all’odio sociale”.
Processo a Gesù nonostante sia stato osteggiato per il modo di trattare la tematica è uno dei testi teatrali maggiormente rappresentati nel contesto internazionale e, ne sono state anche fatte delle trasposizioni cinematografiche.
La proposta dell’Associazione Teatrale Arcoscenico con lo spettacolo Processo a Gesù si configura come un vero e proprio piccolo tour primaverile che comincia il 10 aprile 2017 a Giffoni Valle Piana, l’11 alla Cattedrale di San Matteo a Salerno, il 14 al Museo Donnaregina a Napoli, il 28 alla Basilica di San Lorenzo Maggiore di Napoli, per concludersi il 29 aprile nella Basilica dello Spirito Santo ancora a Napoli.
In scena ad affrontare il processo in uno spirito dal sapore pirandelliano del teatro nel teatro saranno Salvatore Sannino, Alessandra Vispo, Tonia Filomena, Ciro Girardi, Antonello Cianciulli, Ciro Meglio, Antonella Quaranta, Luigi Vernieri, Andrea Torre, Alessandro Gioia, Roberto Finamore, Rodolfo Fornario, Patrizia Capacchione, Margherita Rago. Supporto audio luci di Annalisa Ravveduto e costumi di Italia Ferri, gentilmente concessi dal Comitato Presepe Vivente – Centro Antico.
Tonia Barone