Al Teatro Diana “Diciassette & Trenta Classica 2025”

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L’11 aprile 2025 è andato in scena al Teatro Diana di Napoli un nuovo appuntamento della rassegna “Diciassette & Trenta Classica” 2025. In scena un affiatato trio composto da Emiliana Cannavale, violino, Emilio Mottola, violoncello e Gennaro Musella, pianoforte. La violinista è felice di esibirsi al Teatro Diana dove, anni fa, ha studiato solfeggio, canto, violino. Le pagine che il trio interpreta sono di vari autori, come spiega il violoncellista, e rappresentano un diverso modo di intendere la vita. Arvo Pärt ha conosciuto Rachmaninoff nei suoi ultimi anni di vita. Echi di beckettiana memoria, dove se niente è rimasto da dire in realtà c’è ancora molto da raccontare.

Emiliana Cannavale, Emilio Mottola, Gennaro Musella

Il programma

Il Trio Elegiaco N.1 in Sol minore di Sergei Rachmaninoff, il Trio “Dumky” N.4 in Mi minore di Antonin Dvoràk, “Spiegel im Spiegel” di Arvo Pärt.

Il Trio di Rachmaninoff, sviluppato in un solo, ampio movimento, risente dell’influenza dell’omonimo brano di Ciajkovskij, il cui primo movimento è intitolato “Pezzo elegiaco”, e come questo è chiuso da una marcia funebre. Il pianoforte introduce il tema principale, ripreso da violino e violoncello. Un motivo più vigoroso, con pianoforte e archi all’unisono, conduce al tema d’apertura che chiude la composizione. Grande lirismo e malinconia permeano la bella partitura di Rachmaninov, scritta nel 1892, eseguita dallo stesso autore, persa per cinquant’anni e pubblicata nel 1957.

Il Trio “Dumky” N.4 in Mi minore di Dvoràk è intitolato alla parola slava che significa meditare, pensare. È anche una forma poetica, ballata elegiaca celebrativa di grandi eroi, che ricordava le gesta dei cosacchi alla conquista di pace e libertà. Dvoràk scrisse alcuni pezzi intitolati dumka, intendendo per essi una forma musicale malinconica, inframmezzata da sezioni serene e più leggere. Il Trio ha una forma variabile, con sei brevi brani collegati da un pensiero comune, lo spirito del popolo.

Spiegel im Spiegel” di Arvo Pärt si caratterizza per la sua costruzione armonica essenziale ridotta agli elementi basilari degli accordi (le triadi) e per la sua semplice linea melodica espressa dalla scala maggiore. Questa scelta compositiva consente di esprimere suoni speculari. “Spiegel im Spiegel” può significare sia “specchio nello specchio” che “specchi nello specchio”, poiché infinite sono le immagini riflesse da specchi piani paralleli. Così le triadi toniche vengono ripetute all’infinito con piccole variazioni, e l’emozione che ne deriva è quella della pace interiore.

Bravissimi i tre musicisti, a lungo applauditi dal numeroso pubblico.

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