Totò: poesie e canzoni al Teatro CortéSe

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Al Teatro CortéSe di Napoli, dal 31 gennaio al 2 febbraio 2025 è andato in scena lo spettacolo “Totò: Poesie e Canzoni – Principe del sorriso e re delle emozioni”. Gianni Caputo, talentuoso attore e drammaturgo, dopo il suo spettacolo dello scorso anno “Fu Re da doppie lodi”, dedicato a Eduardo De Filippo, sempre al CortéSe, è di nuovo autore della drammaturgia originale dedicata al principe della risata. In scena con Francesca Curti Giardina.

LA DRAMMATURGIA

Caputo indaga l’uomo-Totò, “oltre il mito, la persona oltre la maschera”, con la sua mite cupezza, il desiderio di solitudine, i suoi amori tormentati, la sua sconfinata umanità, l’affezione profonda per gli animali. Attraverso le sue Canzoni e soprattutto attraverso le sue Poesie Totò ci ha rivelato gli aspetti più veraci e profondi della sua sensibilità e ci ha offerto il suo sguardo appassionato sul mondo e sull’umanità”.

LO SPETTACOLO

Accompagnati alla chitarra da Andrea Sensale, anche autore dei begli arrangiamenti delle canzoni di Totò, Caputo e Giardina conducono lo spettatore in un viaggio poetico. Il grande attore ha scritto versi e canzoni memorabili, frutto di una grande sensibilità maturata anche a causa di tante privazioni e sofferenze. “Non si può fare il comico – diceva Totò – senza aver fatto la guerra con la vita”. La sua risata, uno sberleffo alla povertà, all’infanzia dura e agli anni trascorsi ad ottenere il riconoscimento di paternità, ottenuto a trent’anni, dal padre, nobile spiantato. Da una parte c’è l’esuberante maschera d’oro del cinema italiano, dall’altra il principe, come mostra lui stesso in un’intervista rilasciata a Lello Bersani: Totò e Antonio, sono due in uno. Sullo schermo scorrono immagini del grande artista che danno modo a Caputo di intercalare i magnifici, profondi versi che fanno riflettere sulla natura umana. Caputo recita tanti bei versi: “A cchiù sincera”, dedicata alla madre, “Ricunuscenza”, sull’ingratitudine che Totò tanto stigmatizzava, “Ngiulina”, dedicata alla sua prima innamorata, Liliana Castagnola, bellissima soubrette che morì suicida.

Francesca Curti Giardina e Gianni Caputo in scena

Totò era gelosissimo delle donne di cui si innamorava e anche dell’unica figlia, Liliana. Sciupafemmine, amava soprattutto donne più giovani, come la prima moglie, Diana Bandini Rogliani, madre di Liliana. A lei, dopo che si risposò, dedicò la celebre “Malafemmena”, cesellata da Curti Giardina. Le canzoni intercalano le poesie “L’acquaiola”, “L’ammore”, “Felicità”, “’E pezziente”, “Sarchiapone e Ludovico”, “’E ccorne”, “Che me manca!”, “Dick”, dedicata ad uno dei suoi adorati cani, “Bianchina”, “’A livella”. Curti Giardina interpreta, con incantevole voce, capace di dosare pianissimo e acuti, con fine interpretazione. Tra i brani interpretati: “Core analfabeta” (Ammore e niente cchiù), “Luntano ‘a te”, “Margellina blu”, “Nemica”, Tu si tutto pe’ mme”, dedicata alla donna tanto amata negli ultimi anni della sua vita, Franca Faldini, “’A cchiù bella”. Infine, i due artisti intonano “Carmè Carmè”, accompagnati dal pubblico. Sale sul palco, nello spettacolo del 1° febbraio, Elena Anticoli de Curtis, figlia di Liliana. La nipote plaude al bell’omaggio ideato da Caputo al caro nonno. Totò, un uomo riservato e sensibile, malinconico e romantico, attento al prossimo e amareggiato dalle ingiustizie. Un uomo dall’animo nobile, come dimostrano le sue poesie e le canzoni, sempre dalla parte degli ultimi, geniale e unico. Uno spettacolo prezioso, elegante, splendidamente cucito e interpretato, accompagnato dall’entusiasmo del pubblico delle tre serate.

(foto di Massimo Cuomo – LUCE CREATIVA)

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