Francesco Nicolosi guest star d’eccezione con la Nuova Orchestra Scarlatti

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«È con enorme piacere che festeggio i miei 50 anni di attività concertistica con la Nuova Orchestra Scarlatti, a questa compagine mi legano ricordi indelebili fin dal mio debutto nazionale avvenuto nel 1978, quando la allora Orchestra Scarlatti era una della quattro prestigiose orchestre della RAI».
A parlare è il grande pianista Francesco Nicolosi, protagonista alle 19 nella  Chiesa dei SS. Marcellino e Festo  con la Nuova Orchestra Scarlatti diretta da Alessandro Tirotta.
Per la rassegna “Concerti d’Autunno” è in programma «Cimarosa, Haydn, Mozart».
Prima del meraviglioso «Concerto per pianoforte n. 20 in re minore, K 466» che impegnerà Il maestro Nicolosi, sarà la volta di una rarità cimarosiana e di un «Notturno»  di Haydn dedicato a quel  Ferdinando IV di Borbone, che pure tanto negativamente aveva impressionato sia Leopold Mozart che il quattordicenne Wolfgang  in visita a Napoli.
Haydn, per contro, fu molto ammirato da Maria Carolina, che invano tentò di avere a Napoli il padre della forma-sonata.
Francesco Nicolosi, nato a Catania, è un apprezzato esponente della Scuola Pianistica di Vincenzo Vitale, ma è anche uomo di istituzioni culturali e di management; dal 2015 al 2019 ha ricoperto la carica di direttore artistico dell’E.A.R. Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania e attualmente è Presidente della Commissione Consultiva Musica del Ministero della Cultura italiano, oltre che presidente e direttore artistico del Centro Studi Internazionale Sigismund Thalberg.
Limitandoci al pianista, va detto che quello di Nicolosi  si è affernato come ìvirtuosismo della libertà dei sentimenti; il pianista non ha mai cercato, a costo di acrobazie, dimostrarci che di meglio non si possa ascoltare, piuttosto ci ha spesso persuaso, amabilmente accarezzando la nostra indolenza mediterranea, che troppa fatica, probabilmente infruttuosa,  comporterebbe inseguire un’interpretazione più suadente.
Il compianto Paolo Isotta, la cui severità rimarrà proverbiale quanto la sua immensa cultura, di Nicolosi ha scritto: «Bisogna riconoscere che nessuno oggi gli può essere accostato per la luminosità del suono, la  capacità  di cantare e legare».

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