La Stagione “di Giulia” al Teatro di San Carlo

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Due inaugurazioni nell’arco di tre giorni sono un gran bel  risultato per il più antico Teatro Lirico d’Europa e così, sull’eco dell’inaugurazione della Stagione d’Opera e Balletto, domenica  alle 19  il Teatro di San Carlo vive l’apertura della Stagione dei Concerti, ancora con Dan Ettinger sul  podio.
La Stagione è dedicata al ricordo di Giulia Romito, competente e cortese interlocutrice dell’Ufficio Stampa del San Carlo, prematuramente andata a occupare  il “palco delle stelle”.
Tanto romanticismo di pregio per un programma incentrato su due autori  musicalmente e umanamente molto legati tra loro,  con la «Sinfonia n. 4 in re minore, op. 120» di Schumann e il «Concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore, op. 102» di Brahms.
I due solisti impegnati sono stati due eccellenti  prime parti dell’Orchestra del Massimo napoletano: Gabriele Pieranunzi al violino e Pierluigi Sanarica al violoncello.
È curioso che il secondo brano in locandina sia stato soprannominato “della conciliazione” e che, per contro, la seconda versione della «Sinfonia n.4» abbia rappresentato un più unico che raro motivo di divergenza di opinione tra Clara Schumann Wieck, consorte dell’autore, e Johannes Brahms, allievo dello stesso e stretto amico e confidente di Clara.
La «Sinfonia in re minore» oggi catalogata come quarta, nella versione composta in soli quattro giorni da   Schumann durante l’estate del 1841, era in realtà la seconda pagina sinfonica.
Schumann sarebbe intervenuto, soprattutto, ma non solo, sull’orchestrazione fino a raggiungere quella che sarebbe stata assunta come definitiva, data alle stampe nel 1853 a Düsseldorf e catalogata come «Sinfonia n. 4 in re minore, op. 120».
Clara Schumann accolse con grande favore la revisione, mentre Brahms, la ritenne ridondante nell’orchestrazione.
Il «Concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore, op. 102»  è stato considerato come offerta di riconciliazione di Brahms con il grande violinista Joachim, nell’estate del 1887.
I rapporti si erano interrotti a causa della testimonianza di Brahms nella causa di divorzio del violinista.
Joachim sarà poi il primo interprete del concerto insieme con il violoncellista Robert Hausmann, il 18 ottobre a Colonia sotto la direzione dell’autore.
Ma addentrandoci nell’interpretazione dei brani sotto la conduzione di Dan Ettinger, si direbbe che le divergenze di opinione, ove  residuate, siano state superate dalla bellezza della fraseologia tracciata dal direttore, da un’orchestra in buona forma e con e sezioni gravi in grande evidenza, laddove chiamate a ruoli di sostegno e soprattutto  in passaggi di rilevanza tematica.
Gabriele Pieranunzi e Pierluigi Sanarica sono due elementi di forza su cui l’Orchestra sancarliana può contare ed è quasi, questo sì ridondante, sottolinearlo, ma si direbbe che i due solisti abbiano personali e  singole affinità con la scrittura brahmsiana e che la forma concertante le esalti a tutto vantaggio della cantabilità dialogata.
Se un appunto può essere rivolto ad un’esecuzione di pregio è, a modesto avviso di chi scrive, di avere adottato un organico troppo abbondante nel «Doppio Concerto», dalla scrittura invece cameristica, che ha messo gli ottimi solisti in sudditanza volumetrica con le sezioni di archi del tutti orchestrale.
Applausi scroscianti e meritati da un pubblico che la qualità dell’evento avrebbe meritato fosse persino più numeroso, e i due solisti regalano un bis con un «Rondò concertato» di Paganini. E per Giulia è ancora un inizio per un affettuoso ricordo che non conosce fine.

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