CTFI: Storie tragicomiche sull’umanità e il potere

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Continua con grande successo di pubblico il Campania Teatro Festival che, in una serata eccezionale, ha messo in scena “Il medico dei maiali” al teatro Mercadante e “La denuncia” al teatro Sannazaro di Napoli.
La prima opera pone un interrogativo forte: cosa accade quando muore un re? E non si tratta di un re qualsiasi, ma del re d’Inghilterra! E cosa succede quando, nel cuore di una tempesta che isola un albergo in Scozia, l’unico medico disponibile per constatare la morte del sovrano è un veterinario specializzato in maiali? Da questa premessa surreale prende vita Il Medico dei Maiali, un’opera scritta e diretta da Davide Sacco, che fonde ironia, cinismo e una riflessione amara sul potere, con protagonisti Luca Bizzarri, Francesco Montanari e David Sebasti.
L’azione si svolge all’interno di un hotel di lusso durante la sua inaugurazione, un evento di grande sfarzo e orgoglio, interrotto dalla morte improvvisa del re d’Inghilterra. Il medico di corte non riesce ad arrivare a causa di un temporale che rende impossibili i collegamenti, e l’onere di dichiarare la morte del sovrano ricade sul veterinario presente, il “medico dei maiali”. In questa grottesca situazione, l’assurdo si fa strada: il veterinario scopre che il re non è morto d’infarto, come si potrebbe pensare. Da quel momento, la narrazione esplode in una serie di riflessioni esistenziali e politiche, in cui nulla è come sembra e ogni certezza vacilla.
Sacco, attraverso una scrittura pungente e sagace, mette in scena una metafora potente sulla fragilità delle istituzioni; la brutalità del potere e l’essenza dell’essere umano. La morte del re diventa un pretesto per svelare la precarietà della monarchia, un sistema che, nella sua pomposità, si rivela vulnerabile e dipendente dagli uomini che lo incarnano. In quei momenti sospesi, quando il popolo aspetta e il tempo sembra correre verso una conclusione inevitabile, la fragilità del potere si manifesta con disarmante chiarezza.
Il “medico dei maiali”, interpretato con ironia e profondità da Luca Bizzarri, rappresenta l’uomo comune che si trova, per puro caso, coinvolto in un gioco di potere più grande di lui. Ma nulla accade per caso, come suggerisce il testo. Il veterinario vede un’opportunità in questa crisi e cerca di approfittarne, consapevole che ogni mossa potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Tuttavia, la vita si dimostra ben più imprevedibile, crudele e grottesca di quanto si possa immaginare.
La trama, in un crescendo di tensione, amplia sempre di più il “tavolo del gioco”, includendo personaggi secondari, con i loro desideri e paure, tutti attratti e respinti dal potere che la morte del re ha lasciato vacante. Il confine tra chi detiene il potere e chi lo serve diventa sempre più sfumato, in un ribaltamento di ruoli che riflette l’instabilità sociale e politica di una monarchia in crisi. I servi non vogliono più essere servi, le certezze crollano, e ciò che rimane è l’essenza primitiva dell’essere umano: una bestia pronta a farsi uomo, come suggerisce il finale brutale e sconvolgente.
Con Il Medico dei Maiali, Davide Sacco riesce a creare una commedia nera di grande impatto, che unisce riflessioni filosofiche e critiche sulla società moderna con una messa in scena serrata e coinvolgente. Gli attori, guidati da Bizzarri e Montanari, offrono interpretazioni intense, in bilico tra tragedia e farsa, mentre la regia di Sacco crea un’atmosfera opprimente e surreale, dove ogni dettaglio contribuisce a creare un mondo in cui l’assurdo è la norma e la verità sfugge continuamente.
“La denuncia” esplora, invece, il rapporto tra docente e discente che è al centro della narrazione. Un legame che diventa teatro di conflitti morali e dinamiche di potere. La “seduzione” entra in gioco come un’arma a doppio taglio, capace di passare da strumento intellettuale a manipolazione violenta.
Le protagoniste Marta Pizzigallo ed Elisabetta Mirra danno vita a due donne in diverse fasi della vita, simboli di generazioni con prospettive contrastanti ma alla fine unite da esperienze comuni. La loro dialettica svela le tensioni tra ideali e realtà, e il pubblico viene portato a riflettere su come queste dinamiche si sviluppino nella società.
Lo spettacolo evidenzia come i rapporti apparentemente innocui possano nascondere dinamiche di potere che sfociano nell’abuso. Questo rende il tema del consenso particolarmente attuale e urgente, mettendo in luce come anche le interazioni quotidiane possano diventare terreno di manipolazione.
Un altro punto da sottolineare è l’epilogo che rivela una connessione più profonda tra le due protagoniste. Questo colpo di scena finale aggiunge complessità alla narrazione e sfida le aspettative del pubblico, lasciando spazio a una riflessione post-spettacolo.
L’opera di Ivan Cotroneo non solo mette in scena un dramma teso e psicologicamente intenso, ma solleva interrogativi su temi sociali che spesso rimangono non detti. La forza del testo sta proprio nel suo invito a guardare oltre la superficie dei rapporti umani, rivelando ciò che di oscuro e ambiguo vi si cela.

Franco Milone

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