Letizia Battaglia una vita come un cazzotto, come una carezza

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Salerno ospita dal 9 marzo fino al 19 maggio 2024 la mostra dedicata all’artista siciliana, una delle prime fotoreporter italiane, e tra l’altro la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life, nonché figura impegnata politicamente, che ha saputo unire al racconto visivo di una realtà cruda il suo sguardo poetico.
La mostra “diffusa” curata da Paolo Falcone e organizzata dall’associazione Tempi Moderni traccia attraverso una raccolta di opere rigorosamente in bianco e nero e due cortometraggi il suo percorso di vita. Letizia Battaglia non è stata solo “la fotografa della mafia” ma anche colei che ha magnificato la sua Sicilia e l’amata Palermo, ritraendone i volti dei bambini e delle donne (per esempio il suo scatto della “bambina con il pallone” nel quartiere palermitano della Cala diventerà internazionale), le usanze, le feste e i lutti, la vita quotidiana tra le strade e i quartieri. I suoi scatti iconici e famosi sono esposti nei siti storici della città, da Palazzo Fruscione alla corte di Palazzo Pinto, dalla cappella di San Ludovico all’ipogeo di San Pietro a Corte, dove è stata collocato il ritratto di Rosaria Costa, vedova di Vito Schifani, l’agente ucciso nell’attentato contro il giudice Falcone, protagonista di una indimenticata  e potente invettiva contro la mafia.
Presente in mostra anche la serie Invincibili, realizzata tra il 2013 e il 2014 in cui i personaggi “invincibili” della sua vita vengono ritratti in bianco e nero, replicati in piccoli ritratti che incorniciano l’opera originale: Gesù Cristo, “Che” Guevara, Pina Bausch, Rosa Park, solo per citarne alcuni e Pier Paolo Pasolini che fu “una luce, un mito lo andai a cercare con la mia macchina fotografica” incontrato da Letizia Battaglia a Milano al Circolo Turati nel novembre 1972, durante un suo intervento nel dibattito “Libertà di espressione tra repressione e pornografia”.
Immagine superbamente intensa dove la fotografa lo immortala mentre difende la libertà di espressione e la sua opera incriminata vietata ai minori di 18 anni I racconti di Canterbury.

Dadadago

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