L’ intensa e varia programmazione 2023 della Sala Futura per il Teatro Stabile di Catania prosegue col Progetto per Ragazzi , già al secondo appuntamento – dopo Il soldo bucato da Luigi Capuana – martedì 24 gennaio 2023 alle ore 18, e mercoledì 25 con doppio appuntamento , alle 10 per le scuole e alle 18.
Lo spettacolo – di Koreja in collaborazione con Babilonia Teatri, due realtà teatrali e culturali dalle proposte sempre estremamente originali e innovative – è Dire fare baciare lettera testamento, una sorta di manifesto sui diritti dei bambini, che giunge a Catania dopo i successi riscossi in molte città italiane, dalla Puglia, all’Umbria, al Veneto, e che da Catania raggiungerà altre città ancora .
Curato da Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, con Carlo Durante, Barbara Petti, Anđelka Vulić, si avvale del supporto tecnico di Alessandro Cardinale e Mario Daniele. L’organizzazione e tourneé sono di Giorgia Tramacere, le foto di Atraz & Emilia Videography.
Uno spettacolo che è un po’ una denuncia, un po’ un appello, ma è anche e forse soprattutto un’ode al bambino. E’ un canto alla sua bellezza, alle potenzialità che ogni bambino racchiude dentro di sé, all’infinita gamma di possibilità che ognuno di noi ha davanti quando nasce.
“Dire fare baciare lettera testamento è il nostro personale manifesto dei diritti del bambino – dicono Valeria Raimondi ed Enrico Castellani – Riflette su un tempo, il nostro, e su una società caratterizzati da ritmi sempre più frenetici ed accelerati dove spesso i bambini vengono trattati come piccoli adulti, senza rispettare i loro tempi, i loro bisogni e senza riservare loro ascolto adeguato”.
Lo spettacolo, attraverso diversi quadri che si susseguono con ritmo travolgente , mostra come un bambino abbia bisogno di fare esperienze, di come abbia bisogno che gli vengano accordate stima e fiducia. Dire fare baciare lettera testamento è una proposta di gioco rivolta ai bambini, ai loro genitori, maestri e agli adulti in genere. È un invito a scoprire le possibilità del fare, del fare da soli, del fare insieme. Lo spettacolo non racconta una storia, ne racconta tante. Racconta di come il gioco per un bambino sia importante e necessario quanto l’aria che respira. Racconta dei mondi che il gioco contiene e dischiude, di come il gioco sia spazio in cui crescere e confrontarsi, conoscere e conoscersi. Se giocare è il “lavoro” dei bambini, per giocare però servono delle condizioni che lo permettano e queste condizioni non sono i bambini a doverle creare, sono i grandi. E devono pensare a permettere ai bambini di esercitare i loro diritti, e il diritto al gioco è il più importante di tutti .
“Un bambino ha diritto al dialogo. /Ha diritto alla quiete e al silenzio. /Ha diritto ad uscire quando piove, a giocare con l’acqua, a saltare nelle pozzanghere e a bagnarsi. /Ha diritto a piantare chiodi, a segare e raspare legni, a scartavetrare, a incollare. /Ha diritto a rompere le uova, a sbatterle e a impastare l’acqua e la farina. /Ha diritto a giocare con la terra, a fare torte di fango e castelli di sabbia. /Ha diritto agli odori./Ha diritto al buio, a giocare con le ombre e le pile. A dormire la notte all’aperto. /Un bambino ha diritto all’alba e al tramonto. /Ha diritto alle sfumature, /al sole che sorge, /all’aurora, /ha diritto al crepuscolo, /ha diritto ad ammirare la notte, la luna, le stelle /ha diritto ad incontrare i fantasmi e ad avere paura”.