Il concerto del 27 ottobre per l’Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli si apre con “Serenade per archi” di Vasilij Kalinnikov e per Giuseppe Gibboni, vincitore del Premio “Paganini” nel 2021, è subito un trionfo.
Il pubblico del Teatro Sannazaro accoglie il giovane virtuoso con l’entusiasmo ampiamente meritato e il “Paganini” campano, coniugando studio e talento, incanta per la naturalezza del gesto e l’assoluta padronanza dello strumento.
Il ventunenne salernitano ha letteralmente bruciato le tappe nel suo percorso artistico. Nato da genitori musicisti, ha iniziato lo studio del violino a tre anni, diplomandosi a 15 con lode e menzione d’Onore presso il Conservatorio “Martucci” di Salerno.
La vittoria al 56° Premio “Paganini” di Genova, oltre al premio speciale per la migliore esecuzione del Concerto di Paganini e il premio speciale per il maggior riconoscimento del pubblico, ha fatto sì che l’ambito riconoscimento tornasse in Italia dopo ben 24 anni.
Il pubblico del Teatro Sannazaro è letteralmente rapito dall’esecuzione della “Campanella” dal «Concerto n. 2 per violino e orchestra» di Paganini in un crescendo che lo aveva visto, poco prima, impegnato nelle «Variazioni su un tema originale per violino e archi» di Henryk Wieniawski.
Giuseppe Gibboni è accompagnato dalla Nuova Orchestra da Camera “Ferrruccio Busoni”, un complesso storico fondato nel 1965 da Aldo Belli e diretta dal bravo maestro Massimo Belli e considerata la più antica del Friuli Venezia Giulia.
Il virtuosismo del giovane violinista campano trova, sin dall’inizio, un sinergico afflato con l’orchestra friulana composta da valenti strumentisti, vincitori di concorsi internazionali degni eredi del Trio di Trieste e del Quartetto italiano di cui sono stati allievi.
Una pagina ancora decisamente romantica impegna, poi, l’orchestra nella esecuzione di «Cuore infranto» e «Primavera» tratti da «Due melodie elegiache per archi» e la suite «Dai tempi di Holberg» in stile antico di Grieg.
Le esecuzioni fanno vibrare le note di una melodia già di per sé coinvolgente ed ammaliante in un contesto reso ancora più gradevole dall’ottima acustica della “Bomboniera di via Chiaja”
Un evento questo che evidenzia l’interessante stagione concertistica dell’Associazione Alessandro Scarlatti in un contesto cittadino altrove manchevole, di proposte musicali degne di nota per sostanza e qualità.
Alla fine, il pubblico applaude convinto e ancora una volta si compie il piccolo miracolo dell’arte che è quello di rapirci per alcune ore, sottraendoci in modo quasi salutare ad un reale poco edificabile.
Il prossimo appuntamento con la stagione dell’ Associasione di Piazza dei Martiri è per il 10 novembre con il trio Francesca Dego, Martini Owen e Alessandro Taverna in musiche di Mozart, Ligeti, Messiaen e Brahms.
Franco Milone