Riprende domenica 18 alle 18 la a Stagione da Camera del Teatro di San Carlo e lo fa con le eccellenze della sua Orchestra, oggi nel trio formato da Mariano Lucci al Clarinetto, Lorenzo Ceriani al Violoncello e Alexandra Brucher al pianoforte.
Il programma prevede il “Trio n.4 in Sib maggiore, Op. 11” di Beethoven, il “Trio in la minore per clarinetto violoncello e pianoforte, Op. 114” di Brahms e il “Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte” di Nino Rota (n foto).
Il “Trio per pianoforte n. 4 in si bemolle maggiore, op. 11” è una composizione del 1797 e prevede anche una versione con il più “consueto” violino al posto del clarinetto; è singolare che esso sia stato accolto con poco favore da quella critica che invece aveva sostenuto il giovane Beethoven, accusando la pagina addirittura di «banalità», laddove invece, a parte la destinazione originaria per il clarinetto che è strumento non polifonico, a guidare il compositore è proprio la volontà di realizzare e mostrare un esercizio di stile, una purezza di architetture ispirate alle vette del classicismo.
Il “Trio in la minore per clarinetto violoncello e pianoforte, Op. 114 “ è invece un’opera matura di Brahms, quando molte motivazioni erano venute a mancare e i dolori di una vita sembravano imbavagliarne la creatività; sarà il virtuoso di clarinetto Richard Mühlfeld a spingere il compositore a scrivere un Trio che rivela tutto il sentimento meditativo e nostalgico che domina Brahms negli ultimi anni di vita.
È datato 1973 il Trio di Rota, caratterizzato dalle tipiche dissonanze che hanno resa celebre la musica di quello che è il più eseguito compositore italiano del secondo novecento, e probabilmente sarà stato studiato e suonato nel Conservatorio di Bari, diretto da Rota con lo stesso autore al pianoforte e Angelo Perrino al clarinetto e Franco Rossi al violoncello.
In Tre per Tre Trii al Teatro di San Carlo
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