Portarsi il jazz a casa: fu questa la sfida di un gruppo di ragazzi di Aversa che negli anni ’70 partivano, zaini in spalla, alla volta dell’Umbria per andare ad ascoltare concerti e prendere parte a manifestazioni che si svolgevano all’insegna della più ampia libertà, lasciando da parte il mondo del rock e della musica pop che andavano sempre più affermandosi in quegli anni difficili per il nostro paese, e andando, un po’ contro corrente, a cercare invece la musica americana, le note in levare che stavano per passare di moda negli interessi dei giovani, ma che tanto affascinavano chi invece aveva già stabilito un legame forte con la cultura afroamericana inseguendone la musica.
I concerti il sabato sera, il locale senza tavolini, le tessere bianche con la sagoma di Mingus, il bar aperto solo durante l’intervallo, l’adesivo trasparente da attaccare sul vetro dell’auto, l’inaugurazione di una strada dedicata a Lennie Tristano alla presenza di sua figlia Carol, ma soprattutto la proverbiale ospitalità del Club, sono diventati col tempo il marchio di un’associazione che seppe riportare il jazz in primo piano nella vita concertistica italiana, con oltre 350 eventi organizzati per un pubblico proveniente da tutto il sud del paese.
Il Lennie Tristano, alle soglie del suo quarantesimo anno di età, ancora una volta è riuscito a rendersi protagonista della scena musicale venerdì 17 Dicembre, regalando al suo pubblico una serata speciale nel bellissimo Chiostro di San Francesco delle Monache con la presentazione di un libro ed un filmato che, partendo da quanto scritto nella tesi di laurea della bassista Isa Di Donato, raccontano la storia del Club, ma soprattutto le emozioni vissute in quel luogo, magico nonostante la sua semplicità, emozioni che continuano a trovare accoglienza non solo nei ricordi di chi è stato protagonista di quelle splendide stagioni concertistiche, ma anche nelle presenze istituzionali, nelle voci dei giornalisti, dei fotografi, dei musicisti, che hanno fatto da testimoni regalando entusiastici momenti di vicinanza, ognuno con un ricordo o con un cimelio che aveva gelosamente conservato negli anni.
La musica di Maria Pia De Vito, artista passata dal Club ancora giovanissima ed oggi affermata singer che può vantare collaborazioni con grandi artisti della scena internazionale, ha costituito il momento finale di un grande appuntamento in cui, ancora una volta, è stata la musica a fare da protagonista, con un mini concerto per i tanti spettatori che, nonostante la pandemia, hanno affollato il salone messo a disposizione del club per regalare ancora una volta un abbraccio a quegli amici che riuscirono con tenacia e creatività a portare l’internazionalità del jazz in una cittadina di provincia, regalandole l’immortalità della buona musica.
Angela Caputo