Ultimo spettacolo: “Il postino suona sempre due volte”, di Tay Garnett

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La storia

Frank (John Garfield), un vagabondo che vive di espedienti, arriva in una stazione di servizio gestita da Nick (Cecil Kellaway), sposato con Cora (Lana Turner). Frank cade vittima del fascino torbido di Cora; i due, divenuti amanti, decidono di uccidere il marito. Ma le cose non vanno per il meglio e Frank, alla fine, è condannato a morte.

Commento

Tay Garnett, con “Il postino suona sempre due volte” ((The Postman Always Rings Twice, USA, 1946), sceneggiato da Harry Ruskin e Niven Busch, gira la terza versione cinematografica dell’omonimo romanzo di James Cain, dopo Le Derniere tounant (1939, inedito in Italia), di Pierre Chenal e Ossessione (1943), di L. Visconti.

Garnett, regista con una certa inclinazione per le atmosfere fosche del dramma e le storie avventurose, con la vicenda di Frank e Cora realizza un film di grande suggestione, dal ritmo conciso perfettamente adeguato allo stile del romanzo.

Grazie anche alla splendida fotografia di Sidney Wagner, luminosa e realistica, il regista, in un perfetto crescendo di emozioni, padroneggia con maestria i classici elementi del noir: una visione cupa del mondo, la femme fatale, l’antieroe dal destino ineluttabile, il progetto criminoso destinato a fallire miseramente, la sensazione di disorientamento e di pessimismo, il rifiuto da parte dei protagonisti della moralità tradizionale.

La locandina del film

Il romanzo

Il breve e intenso romanzo, uno dei piccoli gioielli della letteratura americana degli anni ’30, è di James Cain, autore di numerose opere.

Cain è noto soprattutto per la sua forte ispirazione realistica, che spesso lo spinge a ritrarre, con stile secco e ricco di espressioni crude, gli aspetti più violenti della vita.

Come altri autori più rilevanti come Hemingway e Steinbeck, negli anni ’30 Cain beneficia dell’introduzione sul mercato editoriale americano di edizioni tascabili, vendute a meno di un dollaro, che gli consente di raggiungere una popolarità impensabile in precedenza.

I film noir del periodo classico, tra la fine degli anni ’30 e gli anni ’40, costituiscono il tentativo, quasi sempre riuscito, di Hollywood di capitalizzare il gusto del pubblico per il crimine, la violenza e la sessualità, già diffuso dal mondo editoriale.

Il cast

Alla fama di cult-movie contribuisce anche l’erotismo di Lana Turner, appena accennato per motivi di censura, che interpreta perfettamente una leggendaria dark lady, archetipo di tante assassine bionde nel mondo del cinema.

John Garfield è un perfetto partner di Turner.

Proveniente da un’infanzia ed un’adolescenza difficile, Garfield si afferma dapprima a Broadway, passando presto al grande schermo.

Grande interprete, dallo stile non enfatico, recita in modo più naturale e più vicino alla psicologia dei personaggi, rappresentando, per molti versi, un antesignano di attori come Marlon Brando, James Dean e Montgomery Clift.

Interessato ad aspetti sociali e politici della vita americana, sempre dalla parte dei più deboli, resta vittima della “caccia alle streghe” scatenata dal maccartismo.

Il regista

William Taylor Garnett, detto Tay, prima sceneggiatore, poi produttore e regista, con il suo eclettismo si cimenta praticamente in tutti i generi cinematografici, senza contare le innumerevoli serie televisive, come “Bonanza”.

Con “Il postino suona sempre due volte”, Garnett realizza uno dei capolavori del noir americano e della storia del cinema mondiale.

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