Un attore senza aggettivi, senza volto, un attore e basta, ma anche la sua essenza contro il troppo rivelato, contro le maschere per riportare a galla l’interiorità. Questo e altro nell’emozionante spettacolo “Sagoma – Monologo per luce sola”, per e con Nando Paone, al Teatro Bolivar di Napoli il 5 aprile 2025.
Un altro sguardo
Il testo di Fabio Pisano, con la regia di Davide Iodice, indaga il valore rivelatore di un teatro che deve offrire un concetto “altro” di sguardo. “Se devo sparire”, si interroga l’attore in scena, “con le luci mi si vede ancora”. E dunque discute, ora con toni pacati ora con animosità, con l’addetto alle luci, il suo alter ego silenzioso, interpretato da Matteo Biccari, che lo asseconda/contrasta nel creare assieme a lui il perfetto controluce. L’attore, uno straordinario Paone che incanta con la parola, con alle spalle un fondale scuro rischiarato per brevi momenti da luce di torcia, luci di emergenza, faretti, piccoli guizzi che allontanano il suo desiderio di scomparire. “Sono stato più riconosciuto che conosciuto”, dirà affranto sentendosi un’ombra vivente. Se badiamo troppo alla forma scompariamo, potremmo essere un corpo qualunque e dunque non più essere.

Un momento dello spettacolo
Il ruolo dell’attore
Momenti di pirandelliana riflessione, di beckettiano dialogo interiore. Mentre si interroga e parla al pubblico, a se stesso delle difficoltà degli attori, hypocrites per definizione, il tecnico, sospeso ad una scala, riposiziona continuamente i fari per trovare il controluce perfetto, per mostrare solo la sagoma, non il viso, non le sembianze di chi calca le scene. Non riconoscibilità, non esteriorità ma il “contro”, creato dalla luce giusta. Precarietà al posto di certezze, scomparsa al posto della sovraesposizione.
Un bel monologo filosofico, poetico, coinvolgente, interpretato magicamente dai due bravi attori in scena, un solo ego, con “una storia senza volto che è la storia di tutti”. Lunghi, meritati applausi del pubblico.
© giannibiccari|foto