Lui Martino, lei Isabella, una coppia che unendosi in matrimonio si giura eterno amore come tutti gli innamorati, e che come tutti farà i conti con il tempo che passa, con la routine, con le incomprensioni della convivenza, con la noia del già vissuto, del già visto. Non rimane che la separazione e dopo che le ferite si son rimarginate, magari rimettersi in gioco con altri partners…
Inizia così Come due angeli sul cornicione, C’eravamo troppo amati, ultimo spettacolo del Festival XS, la rassegna di teatro amatoriale che si svolge a Salerno al Genovesi, andato in scena domenica 30 marzo 2025.
Il testo di Roberto Marafante (che ha curato anche la regia) affronta con una scrittura leggera e godibile, piena di spunti divertenti ed ironici, l’iter classico che accompagna ogni distacco: ed ecco che i due protagonisti, rispettivamente Aronne Norriler e Ariele Manfrini della Compagnia di Lizzana Paolo Manfrini (TN), ripropongono con una recitazione scoppiettante e talvolta surreale, le tappe di una relazione che finisce. A chi va il letto? E la credenza? E la casa? I tuoi amici rimarranno anche i miei? Lo dici tu o lo dico io? E tua madre (che non sopporto) come la prenderà?
Nello scorrere dell’azione, superata la rabbia e la delusione, i due respirano la ritrovata libertà e compaiono altri comprimari, solo evocati nei dialoghi, Maria la domestica che lavorando per entrambi, riferisce fatti e misfatti ora all’uno, ora all’altra, Cristina, la nuova fiamma di Martino e Filippo, fidanzato di Isabella. Sembrerebbe che i rapporti si siano normalizzati, visto che le neo coppie finiscono anche a cenare insieme, ma l’antica confidenza e l’attrazione latente tra i due ex giocherà loro un tiro mancino che prelude ad un finale che non ti aspetteresti…
Gli attori, molto calati nei rispettivi ruoli, servendosi di pochi ed essenziali oggetti di scena ricreano le situazioni ad hoc, sottolineando dapprima le divergenze, l’acredine, poi la pacificazione, dopo ancora il ritrovato affiatamento.
I due rimpallandosi battute brillanti, mantenendo il ritmo sostenuto, giocando con i caratteri complementari dei loro personaggi, ridisegnano un quadro dinamico ed effervescente di un amore che, malgrado tutto, è destinato a durare in eterno tra complicità e battibecchi…
Caloroso il consenso del numeroso pubblico in sala che premia sia la bravura degli attori, sia il testo che tra le pieghe nasconde un’analisi approfondita delle sempreverdi dinamiche di coppia.
Dadadago