Al Teatro Verdi di Salerno il lavoro di Emma Dante sulle suggestioni di Basile

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Povero Re Chicchinella, straziato da una oscura malattia delle viscere che lo inchioda al ruolo di testimone impotente di tutte le ipocrisie e manchevolezze del mondo!
La bianca e soffice gallinella, creduta morta per errore, penetra nel suo corpo e lentamente lo trasforma in altro, forse in quell’essere magico a cui sfugge da sempre …
Inevitabile metamorfosi che lega strettamente morte e rinascita, attraverso un angoscioso cammino di atroci sofferenze.
Nel luogo circolare delle insostenibili ripetizioni, dei vuoti rituali di corte a cui il povero sovrano cerca di sottrarsi, presenze oscene dentro costumi minimi, fatti soprattutto di corpi ignudi imperfetti e diversi, si rincorrono all’infinito, attratte solo dalla preziosa fatalità del prossimo uovo d’oro deposto dal re.
Un semplice piazzato di luci calde ci svela segni e sguardi, movimenti estroversi o impercettibili, azioni maestose o minime, incornicia allettanti codici teatrali che tentano continuamente lo spettatore, dialogano con lui, richiedendogli attenzione costante, turbata ad arte da una lucida irrispettosa ironia.
Il potente gioco delle parti si impone su ogni cosa, risucchia storie individuali e informazioni essenziali, trasporta chi guarda dentro un umore fetido, crudo e invadente, capace però di scomparire a tratti per diventare delicata forma poetica, leggera come l’aria.
Così la regina, dal seno avvizzito, che macina chilometri sul palco, alterna orchestre e nenie di snobbissimi francesismi a vomiti di acida cattiveria sul consorte.
E la principessina, distratta dalle seduzioni del mondo, invoca e immagina una normalità oramai perduta del genitore, sempre più esangue e diafano.
Alla fine Re Chicchinella, solcato e attraversato da un insaziabile aratro di senso, lentamente si spegne, accompagnato dai falsi consensi dei suoi dignitari, figurine confuse e insopportabili ma necessarie alla gestione sapiente di uno spazio teatrale altrimenti troppo chiuso in se stesso.
Soltanto due fedelissimi servitori, pronti a tutto, ci restituiscono uno stralcio di solidarietà umana che sembra estranea ai nostri tempi dell’egoismo sfrenato …
Saranno purtroppo gli attori-frivoli a costruire un altro recinto al Re Chicchinella, dopo la trasformazione avvenuta, ancora inconsapevoli del miracolo di carne sotto i loro occhi!
Emma Dante rilegge il mondo incantato di Basile, ne usa il linguaggio come traccia sonora per esplorare suggestioni di spazio e tempo del teatro contemporaneo, reinventa corporeità sempre più critiche e sconosciute ai viventi, ignorando inutili leziosità digitali, tanto care a certa produzione odierna.
Emma Dante avvince e allontana, seduce e abbandona, urla e sussurra, predica e predice una nuova vita del teatro …

Mimmo Russo

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