Dalla trasgressione a icone: Les Ballets Trockadero de Monte Carlo

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Al Teatro Verdi di Salerno dal 6 al 9 marzo 2025 è andato in scena lo spettacolo della compagnia statunitense Les Ballets Trockadero de Monte Carlo, con un programma dedicato ai brani iconici del balletto sia classico che contemporaneo, memoria duratura dello stile.
La compagnia nata nel 1974 ha iniziato una lunga tournée per celebrare i primi cinquant’anni di esistenza, incontrare con le sue creazioni sia appassionati che neofiti, e non essere più considerati trasgressivi «La compagnia di balletto comico più importante al mondo sul genere ora esiste in un mondo che sta recuperando il suo punto di vista un tempo altamente sovversivo, consentendo al suo stile di balletto di essere visto semplicemente come… puro intrattenimento».
La cifra stilistica della compagnia, sin dalle sue origini, è stata evidenziare ironicamente gli sbagli eccellenti di esecuzione dei brani di repertorio più celebri del balletto classico e contemporaneo.
In altri casi è la rielaborazione coreografica del balletto classico o romantico che esponga gli intenti emozionali che sottintende.
Il tutto ovviamente en travesti, tutti danzatori uomini che si cimentano con l’arte della trasformazione nella ballerina classica per eccellenza: leggiadra e capace di utilizzare lo strumento punte.
La parodia continua nella denominazione dei danzatori: tutti al femminile, di assonanza russa e in alcuni casi ricordano grandi danzatrici del passato.
La presentazione dei brani proposti è avvenuta in modo ironico e giocoso prima dell’inizio dello spettacolo, annunciando i protagonisti e gli intervalli.
Una dedica  alla ricerca del movimento nello spazio e del legame con la musica dal vivo con Patterns In Space – a postmodern dance movement essay, ispirata alle coreografie di Merce Cunningham e al suo legame con John Cage, dove musica e movimento furono creati separatamente e solo dopo assemblati in uno spettacolo costruito architettonicamente dove i vuoti e i pieni, le direzioni, le altezze dialogassero con suoni e silenzi.
I brani classici presentati ovviamente non potevano che essere delle icone.
La prima coreografia proposta, elaborata sulla coreografia originale di Ivanov/Petipa e successive in particolare di Nureyev, è il II Atto tratto da Il Lago dei cigni su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij, espressione romantica della donna-animale-angelo perfetta e irraggiungibile se non  nel mondo lunare, dove sono evidenziati ironicamente i momenti salienti cari ai ballettomani.
L’icona perfetta per l’atto bianco è ne Il lago dei cigni, con brani famosissimi come il pas de quattre dei piccoli cigni o le variazioni dei grandi cigni, o la traversata en pas solé del corpo di ballo; il principe  Siegfried che attraversa il palcoscenico privo di accompagnamento musicale, Rothbart col suo mantello svolazzante, sino alla contesa esilarante di Odette tra Siegfried e Rothbart.
Non poteva che iniziare con Siegfried che trascina un giocattolo di cigno….
Il Grand pas de Quatre, su musiche di Cesare Pugni ripropone le immagini fisse nella memoria collettiva delle 4 grandi danzatrici del passato: Lucile Grahn al posto di Fanny Elssler, Carlotta Grisi, Fanny Cerrito e Maria Taglioni; evidenzia la competizione e i caratteri di ognuna, sovrastati tutti dalla personalità della Taglioni.
L’ironia della coreografia ha voluto sottolineare come Maria Taglioni imponesse una deferenza nei suoi confronti da parte delle altre per mitigare la competizione tra tutte.
Non poteva mancare l’iconica Morte del cigno sul brano musicale di Camille Saint-Saëns ispirata alla coreografia di Michel Fokine, rappresentativa della compagnia, oggi potremmo definirla di repertorio, con le piume che abbondano nel riempire il palcoscenico cadendo dal tutù.
La forza del brano risiede nella leggerezza amara dell’interprete riferita ad un brano rappresentativo dell’ideale di danzatrice del balletto romantico.
Ultimo brano classico tratto da Walpurgisnacht ispirato alla versione coreografica di Lavrosky su musica di Gounod, un baccanale festoso per celebrare l’amore per la danza, in una festa dove il travestimento e il connubio tra creature è vitale.
Una danza irlandese per salutare gaiamente il pubblico.


Tonia Barone

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