Esilarante pièce, andata in scena per la prima volta nel 1988, con il grande Nino Manfredi nelle vesti del protagonista, oltre che di autore, viene riproposta dal teatro Quirino di Roma.
Racconta la vicenda di una prostituta disordinata e rumorosa che sogna di diventare “giostraia” e Ugo, inquilino del piano di sotto, intellettuale che scrive per la tv e per il cinema e che sogna di fare un film d’arte.
Oggi Giulia Fiume e Flavio Insinna sono i brillanti protagonisti di questo testo di Nino Manfredi e Nino Marino, che è una commedia che si sviluppa sul problema della mancanza di eticità nella nostra società, purtroppo sempre attuale, società dove tutto è corrotto, dove, i valori dell’onestà, della dignità cioè i valori umani, in realtà vengono svenduti, in quanto il bello, il buono e il vero sono a servizio dell’utile e dell’interesse personale.
Tutto prende vita, quando Anna rientrando a notte fonda, accende il giradischi ad alto volume, e lasciando aperto il rubinetto della vasca da bagno, allaga l’appartamento sottostante di Ugo. Da questo inconveniente, scatta una forzata convivenza, piena di incomprensioni e incidenti, ma anche di condivisione.
Così Ugo, come ci spiega Insinna, per l’antica regola che “se ti apri al mondo, il mondo si apre a te”, decide di aprirsi alla conoscenza di una donna di facili costumi, ed il quesito più forte della commedia è proprio questo, “siamo proprio sicuri che è così necessario giudicare gli altri?” Prima di conoscere una persona, non bisogna avere fretta, come dice Pirandello: …bisogna farsi tutta la strada con le stesse scarpe, con le stesse cadute, con le stesse risalite, in quanto a giudicare ci vuole un secondo, ma per capire e studiare non basta una vita…, in sintesi non bisogna giudicare gli altri (così come non accade nella commedia) è necessario invece conoscere e ascoltare gli altri, soprattutto quelle anime lontane e diverse da noi.
Un incontro tra Anna e Ugo, pieno di malintesi, disastri e ilarità, scene comiche e attimi di malinconia, resi con magistrale maestria da Giulia Fiume e Flavio Insinna, incontro che nasconde una sintonia inaspettata fra i due protagonisti, tanto diversi, con due sogni all’apparenza irrealizzabili.
Con la regia e sceneggiatura di Luca Manfredi, figlio del grande attore, brillanti sono i dialoghi, che incrociano il dialetto romano colto e filosofeggiante di Insinna, con la parlata siciliana, ricca di doppi sensi, ma non volgare, della “Principessa” la prostituta Anna, per noi Giulia Fiume.
Scene di Luigi Ferrigno, Costumi di Giuseppina Maurizi, Musiche di Paolo Vivaldi, Luci Antonio Molinaro.
Risate, applausi scroscianti per “gente di facili costumi”, pubblico entusiasta per una serata all’insegna dell’allegria e della spensieratezza, che ci fa comprendere come fare la pace è possibile, incontrarsi, volersi bene, amarsi è possibile.
Gabriella Spagnuolo