Al NEST “Il bacio sull’asfalto”

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Il 22 e il 23 febbraio 2025 al NEST – Napoli Est Teatro di San Giovanni a Teduccio, Napoli, in scena “Il bacio sull’asfalto” (“O beijo no asfalto”), di Nelson Rodrigues. Anita Mosca cura traduzione, rielaborazione e regia dell’opera del celebre autore brasiliano per indagare argomenti come la morale, i pregiudizi e il potere dei media. Lo spettacolo è la prima mise en espace in Italia di una delle opere più rappresentative del drammaturgo, scrittore e giornalista.

L’ARGOMENTO

“Il bacio sull’asfalto” racconta con crudo realismo la vicenda di Arandir, un impiegato che, per un atto di pietà – un bacio dato a un morente investito da un autobus in pieno centro di Rio de Janeiro – si ritrova vittima della macchina del fango. La vicenda carioca è trasposta a Napoli. In un crescendo di palpabile tensione, lo spettacolo denuncia le ipocrisie di una comunità giudicante e ipocrita, che non ha tempo per la pietà.

IL CAST

In scena i giovani attori del NIU Teatro: Mariagrazia Buono, Benedetta Dattilo, Matteo Ferronetti, Vincenzo Giordano, Carlo Micera, Giovanni Numeroso, con la partecipazione di Peppe Carosella e della piccola Isabella Mosca Lamounier. Supervisione musicale Beatriz Magalhães. Concept grafico Alessia Fiorenza. Produzione Itinerarte.

INTERVISTA AD ANITA MOSCA

Rielabori e curi la regia di un’opera di grande attualità, e il Brasile diventa specchio del mondo…

“O beijo no asfalto è una tragedia carioca in tre atti scritta nel 1960 da Nelson Rodrigues. In un bacio improbabile, una scena di vita e di morte si condensano, scatenando un turbine di dilemmi e controversie. Arandir, un uomo sposato, esaudisce l’ultimo desiderio di uno sconosciuto investito da un autobus, sigillando le sue labbra con un ultimo bacio. Tuttavia, il giornalista Amado Ribeiro decide di trasformare questo atto di compassione in un titolo sensazionalistico. Da quel momento, le loro vite si intrecciano inesorabilmente. Il bacio sull’asfalto è una delle opere più suggestive di Nelson Rodrigues, capace di scavare nel cuore di temi umani profondi e di intoccabili tabù. La sessualità viene strumentalizzata a favore dell’intrigo, mentre l’etica della stampa e della polizia vengono messe in discussione. Allo stesso tempo, esplode una crisi familiare, mettendo a nudo ferite nascoste e oscuri segreti. Con una scrittura brillante e una trama che provoca riflessioni scottanti, questa commedia, scritta nel 1960 dall’altra parte del mondo, continua a riecheggiare per la sua attualità nelle interazioni umane e nell’etica giornalistica contemporanea e  nell’eco delle voci moltiplicate nell’etere dai social, grazie ad un lungo lavoro di traduzione e trasposizione culturale, che ha avuto tra i suoi principali teorici Berman e il suo fondamentale La traduction et la lettre ou l’auberge du lointain. Nella traduzione e rielaborazione del testo, dunque, ho cercato da un lato di creare un conforto culturale per lo spettatore italiano che troverà nelle diverse parlate dei personaggi tanti riferimenti della cultura indigena, e contemporaneamente, ho tentato di mantenere non solo la spina dorsale del testo per contenuti, tematiche, stile e ritmo, ma anche un sapore dell’esotico, senza stereotipi, mi auguro, ma appunto l’essenza di una “brasilianità”, se così possiamo dire, che inevitabilmente permea tutto il testo, l’albergo (conforto) del lontano, appunto come nella metafora usata da Berman. Da tre atti sono passata ad un atto unico, che mi sembra un diktat rigoroso dei nostri tempi, vista la velocità altra, in cui siamo immersi rispetto a 60 anni fa. E poi la lingua o per meglio dire le altre lingue di Italia in cui ho tradotto il testo, nel senso che la trans-creazione di O beijo no asfalto non è stata realizzata in italiano, ma piuttosto in quel gioco combinatorio spontaneo che ricreiamo nella lingua parlata tra due codici linguistici distinti, l’italiano e il napoletano. In questo modo mi sembra di aver recuperato il colore e le sfumature a tinte forti della scrittura hard, acida e dissacrante, spezzata tipica dell’oralità, che rappresentano alcuni tratti distintivi di Nelson Rodrigues”.

Dirigi giovani e bravi attori del NIU, la compagnia giovane del NEST Teatro Napoli Est.

“L’incontro con i giovani attori del NIU, Mariagrazia Buono, Benedetta Dattilo, Matteo   Ferronetti, Vincenzo Giordano, Carlo Micera, Giovanni Numeroso è decisamente fortunato, non solo per l’entusiasmo, la freschezza, la disponibilità, l’ascolto incontrato nei ragazzi, ma anche perché a parer mio, o almeno io mi vivo così questa esperienza, si incontrano nella nostra comune volontà di mettere nello spazio Il bacio sull’asfalto, due esigenze che si incastrano perfettamente. Da un lato, una drammaturga, regista, traduttrice con un testo deflagrante, che desidera vedere corporificate nello spazio le parole trovate dopo un lungo processo di lavoro, dall’altro un gruppo di giovani attori, bramosi di confrontarsi con la scena. A completare il cast la necessaria e amichevole partecipazione di Peppe Carosella e la preziosa presenza della piccola Isabella Mosca Lamounier. La presentazione dello studio di Il bacio sull’asfalto è possibile grazie al NEST, Teatro Napoli Est che ha accolto la proposta come progetto speciale per la stagione 2024/2025”.

Quali musiche compongono la colonna sonora dello spettacolo?

“Inevitabilmente, la musica è protagonista di questa proposta di messa nello spazio, come elemento imprescindibile della cultura brasiliana. Per la ricerca sonora mi sono avvalsa della supervisione di Beatriz Magalhães, scrittrice, saggista, pittrice e scultrice di Belo Horizonte, con la quale ho avuto il privilegio di collaborare in più occasioni durante il mio soggiorno decennale brasiliano. O beijo no asfalto rappresenta un cult della drammaturgia brasiliana. Per il suo linguaggio d’impatto, sintetico e dinamico, e per il tema del mondo reale. Una tragedia ambientata a Rio de Janeiro, che ha smascherato l’ipocrisia della società brasiliana e ha avuto un effetto liberatorio, a lungo termine, sulle arti in generale. E, immediatamente, sulla musica, che è più facilmente diffusa. Per la partitura de Il bacio sull’asfalto, troviamo correlazioni in “Ilusão à toa”, di Johnny Alf (1961); in “Mas que nada”, di Jorge Benjor (1962); in “Juizo Final”, di Nelson Cavaquinho e Élcio Soares (1973); in “Beijo partido”, di Toninho Horta (1975). Tutti erano contemporanei dell’autore, che era in piena attività. Ancora nel 1985, cinque anni dopo la sua morte, si notano anche in “Exagerado”, di Cazuza, Leoni ed Ezequiel Neves. A quasi due decenni di distanza da quest’ultimo, la canzone “Cada beijo” composta da Bebel Gilberto e Guy Sigsworth, di estrazione molto diversa, viene convocata dal tema per unirsi a loro, e la ragione per cui è stata portata in scena allora si rivela piena perché sul palco il suo onirismo elegiaco enfatizza il contenuto urbano e tragico dell’opera”.

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