“Dieci modi per morire felici”, intrigante gioco-spettacolo

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Al Teatro Stabile Galleria Toledo di Napoli è andato in scena “Dieci modi per morire felici”, gioco-spettacolo ideato e per la regia di

Luca Mammoli in scena

Emanuele Aldrovandi. Drammaturgia dello stesso Aldrovandi e di Jacopo Giacomoni. Con Luca Mammoli.

LO SPETTACOLO

In “Dieci modi per morire felici” dieci spettatori estratti a sorte salgono sul palco, indossano tute bianche e siedono in semicerchio, scrivendo alle loro spalle nomi e qualità loro attribuite. Conduce il gioco l’attore Luca Mammoli, che consulta un “Generatore Casuale di Possibilità”, sorta di intelligenza artificiale che risponde in tempo reale. Il Generatore, ribattezzato dal pubblico Gennaro, attiva la possibilità di vivere nuove vite partendo dalla nascita, proseguendo fino alla morte. Ognuno si vede assegnata una caratteristica innata: bellezza, intelligenza, creatività, ricchezza, estrema povertà, senza qualità. Le decisioni assunte dai dieci spettatori determineranno le scelte, il valore, la durata delle loro vite. L’obiettivo è giungere al fatidico giorno del “trapasso” felici, realizzati. Ad ogni anno che passa i giocatori gettano un gettone energia, un fiore bianco, nel fiume del tempo, una grande pozza d’acqua tra le rocce, nella quale cammina l’attore/presentatore nella bella scenografia di Francesco Fassone. Avvengono anche degli imprevisti: un lutto, un licenziamento, la pensione, un crimine…Gli anni continuano a scorrere velocemente. Il pubblico può mostrare empatia, avversione esprimendo il proprio consenso o dissenso, favorendo o minando la felicità dei giocatori.

MORIRE FELICI

Molto bravo Mammoli nel cucire insieme i commenti e i riassunti delle varie vite quando congeda i giocatori eliminati. Ci ricorda che siamo tutti condannati ad avere una visione del mondo. La sua è quella di energia: potendo tornare indietro nel tempo la impiegheremmo allo stesso modo? La vita, aristotelicamente, coincide con il fine o è scritta a caso? Compito del teatro non è fornire risposte ma porre le domande che da sempre l’umanità si pone, cercando un senso. Il pubblico che partecipa al teatro-gioco esce dal teatro soddisfatto di aver contribuito alla riuscita di uno show che fa riflettere, divertire, rattristare, come la vita vera.

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