Al Teatro Diana di Napoli, dal 25 gennaio al 9 febbraio 2025, è in scena “L’Ebreo” di Gianni Clementi, per la regia di Pierluigi Iorio. Affiatato il cast, composto da Nancy Brilli, Fabio Bussotti e Claudio Mazzenga.
LA STORIA
Terribile storia recente: 1938, entrano in vigore le leggi razziali italiane. Molti ebrei intestano a fidati prestanome i propri beni, sperando di rientrarne in possesso in tempi migliori. Dopo il rastrellamento del Ghetto di Roma, nel ’43, i coniugi Marcello (Fabio Bussotti) e Immacolata Consalvi (Nancy Brilli) si ritrovano intestatari di quattro appartamenti e due negozi del loro ex-padrone, “l’Ebreo”, nominato e mai visto per tutta la durata della storia. Siamo nel ’56, primi anni di benessere nel dopoguerra. La tranquillità della coppia sembra cessare, quando accade ciò che più si temeva: improvvisamente, dopo tredici anni, l’Ebreo bussa alla porta. Immacolata, dispotica e cinica, ricca e avida proprietaria, discute animatamente con il marito che vorrebbe restituire i beni al legittimo proprietario. La donna, al contrario, è disposta a qualunque cosa pur di mantenere i privilegi acquisiti ingiustamente: i soldi, lo status symbol, l’invidia dei vicini. Per far ciò abbindola il marito ed un amico, povero “stagnaro” (Claudio Mazzenga), con tutti i mezzi. Immacolata intima al marito di sfrattare una famiglia di inquilini morosi da una settimana. Il marito prova a dissuaderla, mentre guarda in tv “Lascia o raddoppia”. Ricorda alla moglie quando, anni prima, erano poveri ma felici. La coppia si barrica in casa e decide di eliminare l’Ebreo. Vari colpi di scena e finale inatteso.
LA RECENSIONE
Vera e propria black comedy, in romanesco desueto, è costruita su ritmi serrati e fuoco di fila di battute, “nere”, grottesche, un testo avvincente di Clementi che fa riflettere su una vergognosa pagina di storia. La regia di Iorio è ben costruita, la prosa intrecciata ad un’incalzante, bella colonna sonora. Colpisce il lato oscuro dei protagonisti della pièce, tutti molto bravi nel dare corpo e voce ai personaggi. Immacolata, che coinvolgerà i due uomini nei suoi terribili piani criminali, diventa una sorta di Lady Macbeth “de noantri”, sanguinaria padrona che sta per perdere il regno. Alla vita di prima no, non si può tornare. Piuttosto, la fuga nella follia. Si riflette sul dark passenger che cova in ognuno di noi. Molto curate le scene di Alessandro Chiti così come i bei costumi di Josè Lombardi. Tanti applausi alla prima.