La magia del teatro-canzone si è rinnovata al teatro Trianon Trianon Viviani in un concerto che ha portato in scena la classe e il talento di Ute Lemper.
Il viaggio musicale dell’artista tedesca ha attraversato epoche e generi diversi in un arco temporale che va dai brani senza tempo di Marlene Dietrich al dylaniano “Blowing in the wind”.
La presenza del Solis String Quartet ha aggiunto un tocco di raffinata eleganza a una performance già di per sé surreale.
La maestrìa vocale di Ute amplifica le emozioni al punto che si rimane letteralmente rapiti dalla presenza scenica di un’artista che irretisce il pubblico in una trappola per l’anima.
Il suo accento francese è perfetto quando affronta “La vie en rose” e “Trois plumettes”. Il linguaggio del corpo si fonde al vocalese che richiama rarefatte atmosfere da jazz club.
La gestualità di Ute rivela il suo innamoramento verso il repertorio che canta e che, in un complesso gioco di sonorità, restituisce in sensazioni che vanno dritte al cuore.
E allora diventa passionale la sua interpretazione di “Napul’è”, omaggio a Pino Daniele e dell’intramontabile “Caruso” di Lucio Dalla.
Sul palco vanno in scena le immagini della sua vita recitata con la sofisticatezza di un’attrice consumata. Rivive così la sua lunga telefonata con Marlene Dietrich di cui interpreta lo spirito ribelle in netto anticipo sui tempi. La stessa struggente malinconia di Marlene permea i suoi ricordi insieme alla constatazione che il trascorrere degli anni non intacca il suo amore per la vita.
Cantare e recitare sono una costante della sua esperienza umana e professionale. Qui non ci sono maschere né effetti digitali. In questo spazio tutto è autenticamente vero. Il pubblico lo percepisce e si commuove di fronte a tanta purezza.
“Time traveler”, “Just a gigolo” e altri brani scritti dalla stessa Lemper e ispirati a poeti come Bukowski Neruda e Coelho, sono stati accompagnati dai valenti musicisti Vana Gierig (pianoforte), Giuseppe Bassi (contrabasso) e Mimmo Campanile alla batteria.
Franco Milone