È monografico dedicato a Franz Schubert il programma del concerto che inaugura alle 18 di domenica 15 dicembre la stagione cameristica del Teatro di San Carlo.
Produce brividi di rammarico parlare di composizione giovanile riferendosi a ad un musicista vissuto poco più di trent’anni, ma è così per il lied «Die Forelle» (La Trota) venuto dalla penna di un ventiduenne Schubert nell’estate del 1819, in vacanza a Steyr, località austriaca natale del cantante Johann Michael Vogl, grande amico del compositore, in compagnia del quale e di altri giovani Schubert trascorre uno dei suoi rari periodi di serenità descritto come «al di là di ogni immaginazione» e in compagnia di otto ragazze, figlie del padrone del cottage che il musicista tiene a dire «quasi tutte carine».
Anni dopo quel lied sarà al centro del «Quintetto in la maggiore D 667» detto appunto “La Trota”, composto su richiesta del mecenate Sylvester Paumgartner per un non usuale organico di pianoforte.
Il testo del lied, pagina su cui il musicista sarebbe tornato più volte, e opera del quasi omonimo Schubart, gioca su un’allegoria trota-fanciulla, sull’abboccare all’amo che è una perdita di ingenuità, che avviene quando le acque vengono intorpidite dal pescatore-seduttore.
Al capolavoro così poetico e “narrativo” si aggiungerà il lunare « Notturno in Mi bemolle maggiore, Op. 148, D. 897».
Sul palco del Massimo napoletano saranno impegnati Imola Erika Gyarfas (violino), Pietro Lopopolo (viola), Aurelio Bertucci (violoncello), Alessandro Mariani (contrabbasso) e Alexandra Brucher (pianoforte).
La Cameristica al San Carlo inaugura con Schubert
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