La danza francese da Serge Lifar a Roland Petit chiude la stagione di balletto del Teatro San Carlo

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La stagione di balletto 2023-2024 del Teatro di San Carlo termina nel Cortile d’Onore di Palazzo Reale da sabato 7 a mercoledì 11 settembre 2024 alle 20,30, con la programmazione dello spettacolo La danza francese da Serge Lifar a Roland Petit.
Lo spettacolo di danza, interpretato dal Corpo di Ballo e dai Solisti e dalle Étoile del Teatro di San Carlo, diretti da Clotilde Vayer, rappresenterà opere di Serge Lifar e Roland Petit.

La direttrice Clotilde Vayer in merito allo spettacolo ha affermato: «Ho scelto Lifar e Petit perché i miei ballerini potessero danzarli, e non soltanto perché sono due grandi nomi del XX secolo. Sono qui a Napoli da ormai tre anni ed è ben precisa la visione che ho per questa compagnia, il percorso che intendo seguire attraverso il repertorio e i coreografi. Ritengo che, per un ballerino, sia necessario lavorare su Lifar, Petit, così come su Robbins, Balanchine, MacMillan e tutti i grandi coreografi del Novecento.»
Lo spettacolo è una produzione del Teatro dell’Opera di Roma, e i danzatori saranno accompagnati dall’Orchestra del Teatro di San Carlo diretti da Jonathan Darlington.
La danza francese da Serge Lifar a Roland Petit è realizzato nel Cortile d’Onere di Palazzo Reale per la speciale collaborazione che il direttore del Palazzo Reale di Napoli  Mario Epifani e il Teatro San Carlo sottolinea come già realizzata in precedenza e ora per la prima volta per il balletto.
La danza francese da Serge Lifar a Roland Petit proporrà un’opera di Serge Lifar, Suite en blanc. Il balletto, creato nel 1943 è «una nuova metamorfosi di Namouna» dove Lifar insieme a M. S.-Rousseau ha selezionato i brani musicali più interessanti del balletto Namouna composti da Édouard Lalo creando un balletto astratto, dove il puro linguaggio tecnico coreutico potesse produrre emozioni e immagini nello spettatore. Lo stesso Serge Lifar afferma per Suite en blanc che ha due valori «La danza pura: la plastica e il dinamismo che danno vita, è vero, ad un’emozione interiore e contenuta. Nell’impostare Suite in bianco mi sono occupato solo della danza pura, indipendentemente da tutte le altre considerazioni; Volevo creare visioni belle, visioni che non avessero nulla di cerebrale.»
La ripresa coreografica è di Charles Jude, le scene e costumi sono di Maurice Moulène.
Le altre due coreografie dello spettacolo sono di Roland Petit: L’Arlésienne e Le jeune homme et la mort, riprese da uno dei suoi principali ballerini Luigi Bonino.
L’Arlésienne, creata nel 1974 per il Ballet National de Marseille-Roland Petit, su musiche di Geoges Bizet Suite no. 1 and 2, scene di René Allio, costumi di Christine Laurent, luci di Jean-Michel Desiré. Il balletto in un atto basato sul testo di Alphonse Daudet, il dramma di due giovani si esaurisce nell’arco di una giornata. Frédéri e Vivette sono due giovani promossi sposi.
L’amore tra i due è incrinato dall’ossessione di Frédéri per una giovane donna amata in passato ad Arles che lo porterà alla pazzia, sino a lanciarsi dalla finestra togliendosi la vita.
Le jeune homme et la mort coreografia del 1946, vede la relazione insana tra un uomo e una donna in una soffitta di Parigi, che lo condurrà alla morte, rivelandosi lei non solo la donna oscura ma la morte personificata. Il visionario capolavoro che Roland Petit costruisce sul libretto di Jean Cocteau coreografandolo su musiche di Johann Sebastian Bach. Le scene sono di Georges Wakhévitch, i costumi di Barbara Karinska, le luci di Jean-Michel Desiré.

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