Si è chiusa con il concerto di Salvador Sobral, cantante portoghese vincitore dell’Eurofestival nel 2017, la brillante stagione del Teatro Trianon Viviani che, pur conservando un chiaro legame con la tradizione, riesce a sperimentare sempre nuove e interessanti forme musicali.
Tutto questo grazie alla intelligente e accorta gestione della direttrice artistica Marisa Laurito in grado di introdurre nel cartellone artisti internazionali di grande calibro.
E il caso di specie si è avuto proprio con il concerto “Timbre” del cantautore portoghese nel ciclo “Il mondo fa tappa a Napoli”. Così, dopo la partecipazione di Noa, Letizia Gambi e Teresa Salgueiro è toccato a Salvador Sobral portare sul palco il tema della musica che si fonde e unisce senza frontiere.
«Il nome “Timbre” – come spiega Sobral – è nato per due motivi principali. Il primo, forse il più ovvio, è che prima di tutto e soprattutto in questa vita sono un cantante, un’interprete, e ciò che mi definisce e mi distingue maggiormente è la mia voce, il mio timbro. La seconda ragione è che mi interessa il concetto di timbro come colore, il colore della voce, il colore degli strumenti. Il disco sarà come una tavolozza colorata di timbri che innescano la chiarezza.
E c’è una terza ragione per il nome dell’album: la parola timbro è usata in molte lingue latine e germaniche. Si scrive allo stesso modo e ha lo stesso significato.
Sembra che il concetto di “Timbre” sia universale, e su questo siamo tutti d’accordo». Il quarto album in studio del musicista portoghese comprende 11 nuove canzoni originali, 10 scritte in collaborazione con Leo Aldrey (nominato al latin Grammy), responsabile anche della produzione dell’album.
Accompagnato da un quartetto di straordinari musicisti, Salvador incanta il pubblico con un timbro vocale di rara raffinatezza. Usa la voce come uno strumento musicale e accompagna con una gestualità viscerale i brani intensi che si rifanno a un moderno fado ricco di suggestioni.
In duetto con Enzo Gragnaniello l’avventura musicale approda proprio verso il brano “O mare e tu” che il cantautore partenopeo scrisse per Dulce Pontes e Andrea Bocelli. E’ emozionante scoprire il legame delle due scuole musicali e l’afflato artistico che le caratterizza.
Ma Sobral è anche un animale da palcoscenico e lo dimostra con i suoi divertenti duetti con il pubblico. Parla di sé e del suo amore per Partenope, città nella quale da tempo desiderava esibirsi. Ironizza sulle ipocrite forme meditative di chi alla ricerca dell’equilibrio interiore non difetta in cattiveria quando si connette con il mondo esterno.
Fa vibrare letteralmente le note di un animo che si è confrontato con il dolore e la sofferenza di un trapianto di cuore. Ma nonostante tutto non si risparmia e invoca attraverso i testi l’universalità di una musica che deve necessariamente fare da ponte tra le persone. E quando intona “Bridge over troubled water” e “Amar pelos dois” si avverte la sua forte carica emotiva in netta contrapposizione con il pessimismo lusitano.
“Timbre” è un concerto che celebra la diversità e l’universalità della musica unendo culture e lingue in un unico armonioso suono.
Intanto, conclusa la stagione musicale e teatrale con Salvador Sobral ed Enzo Gragnaniello, da martedì 21 maggio fino a venerdì 7 giugno, il Trianon Viviani propone la seconda edizione de “il Teatro delle Persone / per un Teatro di prossimità”, il festival che conclude l’annualità del progetto omonimo di arte, partecipazione e socialità, ideato e diretto dal regista, drammaturgo e pedagogista Davide Iodice.
L’iniziativa si articola in spettacoli, mostre e proiezioni video – a ingresso libero per il pubblico – con i quali si festeggiano anche i dieci anni di attività della Scuola elementare del Teatro.
Francesco Milone