Il drammaturgo, regista e attore Enzo Moscato, capofila della Nuova Drammaturgia Napoletana, quella nata dopo Eduardo De Filippo, è morto all’età di 75 anni in seguito a una lunga malattia.
Con un teatro scritto e interpretato in forme coraggiosamente inconsuete, una lingua arcaica e modernissima, un plurilinguismo tutto suo che lo hanno imposto all’attenzione della critica e del pubblico non solo italiani, Moscato è considerato l’interprete di un nuovo teatro di poesia, che riconosce i suoi ascendenti nei grandi autori e compositori napoletani ed internazionali, come Artaud, Genet, i poeti maledetti di fine ‘800 e Pasolini.
Moscato ha ricoperto incarichi di direzione artistica per il Teatro Mercadante – Stabile di Napoli negli anni 2003-2006, per il Festival Internazionale di Teatro – Benevento Città Spettacolo negli anni 2007-2009.
Nel 1990 aveva creato la Compagnia Teatrale Enzo Moscato, di cui era direttore artistico, con cui ha realizzato di importanti allestimenti: “Compleanno“, “Ritornanti“, “Modo Minore“, “Raccogliere & Bruciare“, “Ronda degli ammoniti“, “Festa al celeste e nubile santuario“, “Occhi Gettati“. Nato come Vincenzo Moscato il 20 aprile 1948 a Napoli, nei Quartieri Spagnoli di Napoli, nel settecentesco palazzo Scampagnato, dopo aver frequentato il liceo classico “Antonio Genovesi” di Napoli, si laureò in filosofia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, conseguendo l’abilitazione in scienze umane e storia, con una tesi sui rapporti tra i movimenti politici di liberazione sessuale e la psicoanalisi.
Dal 1975 al 1977 ha insegnato filosofia e storia nelle scuole superiori di Napoli e Oristano.
Nel 1980 iniziò l’attività in teatro che lo impose all’attenzione di critica e pubblico come attore, autore e regista.
Moscato ha al suo attivo anche cinque cd come chansonnier/rivisitatore dell’universo canoro partenopeo e non: “Embargos“, “Cantà“, “Hotel de l’univers“, “Toledo Suite” e “Modo Minore“.
Rilevanti le sue prove nel cinema con vari registi, tra cui Mario Martone, Pappi Corsicato, Raul Ruiz, Antonietta De Lillo, Massimo Andrei, Pasquale Marrazzo. Le sue opere, da “Scannasurice” a “Napoli 43” sono pubblicate da Ubulibri, Guida e Pironti.
Napoli perde, così, una delle sue voci più rappresentative.
Poeta della scena, interprete intenso e misterioso, capace di affrontare lo sguardo nel corpo vivo della città, restituendo visioni di una Napoli antica e moderna, sempre viva, fulgida e oscura allo stesso tempo. In oltre 40 anni di teatro, Moscato ha spaziato nelle viscere più vere della città e ci ha regalato utili suggestioni per meglio comprendere la complessità e la ricchezza di una umanità ampia.
Ha toccato il cuore di tantissimi spettatori lasciando segni profondi e spazio alla riflessione.
Francesco Milone