«L’Inganno Felice» torna sul palcoscenico di Roma

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La XV edizione del Reate Festival, fedele alle intenzioni del suo primo direttore artistico e fondatore, Bruno Cagli, con la programmazione della farsa «L’inganno Felice» di Gioachino Rossini, propone un titolo raro e dalla ricercatezza filologica.
Le rappresentazioni che avranno luogo il 21 e 22 ottobre prossimi a Rieti e il 24 e 25 a Roma, si basano, infatti, sulla nuova trascrizione dalle fonti originali curata da Luca Incerti con il patrocinio della Fondazione Rossini
Ad eseguire quest’opera giovanile del compositore belcantista sarà ancora una volta la Theresia Orchestra, realtà di spicco nel panorama europeo per l’eccellenza dei giovani talenti di cui si compone, guidati nella prassi storico informata su strumenti originali, da direttori di altrettanto prestigio, come Alessandro De Marchi.
L’opera in atto unico torna sul palcoscenico romano dopo una lunga assenza di 50 anni e vede la partecipazione di giovani professionisti: Miriam Albano, vestirà i panni di Isabella, Antonio Garès sarà Bertrando, Giuseppe Toia Ormondo, Matteo Loi Tarabotto e Luigi De Donato Batone.
Il tiepido interesse mostrato nel tempo per «L’inganno Felice», terza opera del giovane compositore, che pur consegnò al successo Rossini quando fu eseguita per la prima a Venezia nel 1812, va forse ricercato nella sua natura intrinsecamente contraddittoria; se infatti dal punto di vista formale si inserisce nel filone delle farse, solitamente di genere comico, la trama “otelliana” nei suoi antefatti e quasi “odisseica” nel suo sviluppo, dona un tono più drammatico che comico alla drammaturgia. Fu per tali motivi, dunque, eclissata dai grandi successi dello stesso Rossini (Barbiere di Siviglia, Cenerentola, Italiana in Algeri) e successivamente dalla predilezione per il verismo operistico.

L’intento di valorizzazione di partiture preziose come questa, promosso dal Reate Festival, offre al pubblico odierno preziose occasioni di incontro con la riscoperta di capolavori poco frequenti sui grandi cartelloni. In particolare “L’inganno felice” è di peculiare interesse per il suo ruolo di cardine tra “l’adesione al progresso e il rifiuto dell’attualità” del primo ‘800; Rossini, infatti, insieme al librettista Giuseppe Maria Foppa, volge lo sguardo all’opera di Paisiello, compositore ancorato allo stile settecentesco, che pochi anni prima (Napoli 1798) aveva lavorato alla rappresentazione della commedia per musica di Giuseppe Palomba, da cui trae origine il libretto di cui si riporta a fondo pagina la sinossi.

Le repliche, in forma semiscenica, avranno luogo alle ore 18 di sabato 21 (anteprima giovani) e domenica 22 nell’Auditorium Santa Scolastica di Rieti e  nella stessa modalità saranno ospitate nel Teatro Palladium di Roma il 24 ottobre alle 21.15 e il 25 ottobre alle 20.30.
L’inganno felice di Rossini è realizzato con il patrocinio della Fondazione Rossini di Pesaro, in collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana, il Teatro dell’Opera di Roma, la Fondazione Roma Tre Palladium. Ulteriori dettagliate informazioni sono pubblicate sui siti di riferimento.
www.reatefestival.it
www.fondazioneflaviovespasiano.it

Antefatto: Isabella, moglie del duca Bertrando, viene insidiata da Ormondo, consigliere del Duca. Ormondo respinto, per vendicarsi dell’offesa, si reca da Bertrando e mentendogli lo informa dell’infedeltà della moglie. Il Duca ordina l’uccisione della donna, ma Isabella viene salvata da Batone, servo di Ormondo, che la aiuta a fuggire su una barchetta, lasciata alla mercé delle onde. Isabella riesce a raggiungere la riva e viene soccorsa dal minatore Tarabotto, al quale non dichiara la sua identità e che la farà passare per sua nipote Nisa. 

Sinossi:  Isabella rivela la verità a Tarabotto, e lui la informa che il Duca si trova nelle miniere con la sua corte per studiare stretegie di battaglia e consiglia alla donna di rivelare la verità al marito. Alla vista della finta Nisa Ormondo e Batone restano impauriti credendo di trovarsi davanti al fantasma vendicatore di Isabella. La donna, ancora innamorata del Duca Bertrando, cerca di riavviciarsi a lui senza rivelare subito la sua identità. Ormondo comanda al servo Batne di rapire Nisa/Isabella, mentre Bertando cerca di difendere Nisa per la quale comincia a provare affetto, nell’intreccio notturno si aggiunge Tarabotto che cerca di ricongiungere i due sposi. Alla fine i piani di Ormondo vengono sventati e il traditore viene arrestato, Isabella e Bertrando si ricongiungono dopo dieci anni, Tarabotto viene ricompensato per la sua lealtà, mentre Batone viene graziato da Isabella.

Emma Amarilli Ascoli

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