È un ghiotto appuntamento sinfonico quello che offre giovedì 14 settembre alle 19 il Teatro di San Carlo con il suo direttore musicale San Ettinger alla guida dell’Orchestra stabile impegnata nella «Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore, “Romantica”» di Bruckner.
Comporre una sinfonia negli ultimi decenni dell’Ottocento costituiva una sfida ai giganti del passato e una discesa nell’agone che contrapponeva wagneriani, oppositori tout court della forma sinfonica, ai musicisti delle Scuole Nazionali che tentavano di rivitalizzare i generi sulla forma-sonata con temi e colori di ascendenza etnica.
Anton Bruckner aveva composto la sua Quarta Sinfonia a Vienna nel 1874, ma ripetuti e prolungati negli anni saranno i ripensamenti e le revisioni, anche a cura di amici e allievi, ciascuno, a proprio dire, depositario della stesura più autentica.
Sta di fatto che si dovrà attendere il 1953 per disporre di un’edizione critica, curata da Leopold Nowak, che riportasse la storia delle versioni che fino al 1888 furono realizzate dal compositore.
Lungo quegli anni si infiammava la querelle tra i sostenitori del wagneriano Bruckner e quelli di Brahms; ma mentre l’austriaco si andava inimicando il più potente critico mitteleuropeo Eduard Hanslick sostenitore della “musica per la musica”, il musicista sempre più convintamente si affidava alla fede cattolica, rifugiandosi una turris eburnea di meditazione e preghiera, unici baluardi a protezione di un animo fragile e di una mente esposta a fobie e allucinazioni.
Angela Caputo