Custodire la Bellezza – Al chiaro di Luna con Beethoven

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Un’occasione da non perdere animerà la serata romana di domenica 16 luglio alle 18,30, presso il Monastero di San Cecilia in Trastevere, infatti, si potrà ascoltare il Fortepiano Viennese Rausch 1830 in un recital interamente dedicato a Beethoven.
Si tratta di un concerto inaugurale in occasione della Festa del Carmine (Festa de Noantri) in cui si apriranno le porte Monastero dove è custodito il pregiato strumento.
Due interpreti di eccezione, Stefania Neonato, specialista del Fortepiano storico, reduce da un Tour in America, ed il Violoncellista Giordano Antonelli, fondatore dell’ensemble barocco Musica Antiqua Latina, eseguiranno il seguente programma, tra cui spicca nel mezzo la celebre sonata detta “Al chiaro di Luna”: Ludwig van Beethoven Sonata Op. 5 n.2, Sonata Op.27 n.2, Sonata Op.102 n.1. Con il termine fortepiano si indica il pianoforte nei suoi primi anni di vita, ovvero lo strumento che attorno al 1700 venne costruito a Firenze da Bartolomeo Cristofori, artigiano padovano presso il Principe Fernando de’ Medici. Costruito interamente in legno, senza dunque i rinforzi metallici tipici del moderno pianoforte, deve il suo particolare timbro ai martelletti ricoperti di pelle, grazie ai quali è in grado di produrre dinamiche e timbriche assai più pronunciate che fanno apprezzare una ricercatezza del suono ed effetti sonori particolarissimi e impossibili da riprodurre sui moderni pianoforti, nei quali la ricerca di maggior volume ha avuto la meglio.
Le sonate in programma abbracciano un periodo che va dal 1796 (op. 5 n.2) al 1815 (op. 102 n.1) anno che inaugura il cosiddetto “terzo stile”, periodo nel quale Beethoven affronta il difficile intento di introdurre il principio barocco del contrappunto nello stile classico. Le due sonate op. 102 furono dedicate a “A Madame la Comtesse Marie Erdödy née Comtesse Niszky”, amica e coetanea del compositore di Bonn, mentre ad un nobile di ancore più elevato calibro, il re di Prussia e violoncellista Federico Guglielmo II, fu dedicata l’opera 5. Si tratta delle prime sonate per l’allora insolito duo pianoforte e violoncello, fino ad all’ora, infatti, la difficoltà del bilanciamento tra la tessitura grave del violoncello e il timbro del pianoforte, aveva fatto sì che i compositori si dedicassero solo alle “antiche” sonate per violoncello e basso continuo, vale a dire una forma in cui lo strumento a tastiera è meno protagonista rispetto all’arco grave.
Alla contessa Giulietta Guicciardi è invece dedicata La sonata op. 27 n.2 (1802) per pianoforte, che, originariamente intitolata Lauben Sonate (Sonata del pergolato), fu battezzata Mondschein-Sonate da Ludwig Rellstab che al chiarore immobile della Luna paragonò il primo movimento; l’immagine anche in virtù del clima romantico che si diffonderà in tutta Europa venne accolta dal pubblico consegnando alla storia questa immagine strettamente connessa alle note composte da Beethoven.

 

 

STEFANIA NEONATO

Si perfeziona con Alexander Lonquich, Riccardo Zadra e Leonid Margarius. Ottiene il Master in Fortepiano all’Accademia Internazionale di Imola con Stefano Fiuzzi e il “Doctor of Musical Arts” in “Historical Performance Practice” con Malcolm Bilson alla Cornell University di New York, dove è assistente di pianoforte dal 2007 al 2008. Dal 2013 è docente di pianoforte storico alla Musikhochschule di Stoccarda.Nel 2007 vince il Concorso Internazionale per Fortepiano “Musica Antiqua” di Bruges e riceve anche il Premio del Pubblico. É da allora ospite regolare presso i più prestigiosi Festival europei e nordamericani (Van Vlaanderen a Bruges, Styriarte a Graz, Festival Mozart a Rovereto, KlaraFestival a Bruxelles, Festival Alte Musik Knechtsteden, Boston-Early Music Festival, Kölner Fest für alte Musik, Regensburg-Tage der Alten Musik, Potsdam-Musikfestspiele) e presso importanti stagioni concertistiche (Münster-Erbdrostenhof, Bologna-Accademia Filarmonica, Brescia-Teatro Grande, Firenze-Accademia Bartolomeo Cristofori e Teatro Pergola, Amici della Musica di Padova, Madrid-Fundacion Juan March, Cornell Concert Series, Boston-Tufts University, Roma-Oratorio del Gonfalone, Musikverein – Vienna, GOG – Genova, Cristoforium – Zagabria, Noites de Queluz – Lisbona, Duisburger Philarmoniker – Duisburg, Haus der Musik Fruchtkasten – Stoccarda, Alte Musik-live – Berlino). Il suo repertorio spazia dal Classicismo al Novecento storico e ha al suo attivo importanti incisioni con repertorio solistico e cameristico, l’ultima di queste dedicata in prima assoluta alla musica pianistica del compositore Giacomo Gotifredo Ferrari (Brilliant Classics, 2018).
Unitamente all’attività in campo musicologico, porta avanti un’intensa attività didattica con seminari e masterclass di pianoforte storico in Italia e all’estero. È stata membro di giuria al Concorso Internazionale per Fortepiano “Giacomo Gotifredo Ferrari” nelle sue prime edizioni (2012 e 2016) a Rovereto.

 

GIORDANO ANTONELLI

Giordano Antonelli, violoncellista barocco, e’ stato allievo del grande violoncellista russo Ivan Monighetti, e si è dedicato allo studio della prassi esecutiva nella musica antica e del violoncello barocco con Christophe Coin, presso la Schola Cantorum Basiliensis di Basilea.
Dal 1998 al 2003 ha collaborato come violoncello solista dell’Orchestra Sinfonica di Granada (OCG, Spagna), realizzando registrazioni discografiche con Harmonia Mundi France, e tournèe concertistiche in Spagna, Francia, Germania, Belgio, Austria, USA.
Giordano Antonelli ha ricoperto il ruolo di primo violoncello solista e continuista presso l’Orchestra del Theatre Royale La Monnaie – Bruxelles, Orquesta Ciudad de Granada, Orchestra Barocca di Sevilla, I Fiati di Parma, la Kammer Orchester Basel, Neues Orchester Basel, Orchestra Barocca di Granada, Prague Mozart Orchestra, Gustav Mahler Jugend Orchester (tutti); ha suonato come primo violoncello al fianco di direttori come C.Hogwood, G.van Waas, G.Carmignola, G.Antonini, B.Sargent, F.Brueggen, F.Biondi, K.Ono, P.Herreweghe, C.Abbado, G.Acciai.
Il primo violoncello solista dei Berliner Philharmoniker, Ludwig Quandt, ha scritto: ‘Giordano Antonelli is one of the rare musicians, who are able to create links between active musicians and music scientists, as well as to build up and to lead ensembles who perform directly from the archieves’.
Ha collaborato per diversi anni come violoncellista principale ne Il Giardino Armonico, e suona frequentemente il violoncello piccolo a 5 corde (P.A.Landolfi, Milano 1770 circa), largamente utilizzato nel XVII° e XVIII° secolo, per il quale ha realizzato un approfondito studio filologico e di repertorio.
È fondatore e direttore dell’ensemble barocco Musica Antiqua Latina.

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