Il sogno di ogni attore è quello di arrivare al cuore del suo pubblico, avvalendosi della sua bravura, della gestualità, del testo. Non sempre accade ma ci sono spettacoli e spettacoli e quello presentato all’ultima serata del Festival di Teatro XS di Salerno è stata una performance acclamatissima per l’intensità della resa attoriale e per la tenerezza e poesia del testo.
“Nei panni di Cyrano” di Nicolas Devort (traduzione di Norina Benedetti) curato nella regia da Filippo Fossa del Teatro Estragone di San Vito al Tagliamento, andato in scena al Genovesi il 23 aprile 2023 ci conduce nel mondo del teatro visto da dietro le quinte, nella sua fase costruttiva, prendendo le mosse dal personaggio memorabile dello scontroso spadaccino, poeta delicato, innamorato incapace di dichiarare il suo amore a Rossana sua cugina, a causa del suo naso enorme ed ingombrante.
La trama è semplice: una insegnante di liceo, Giuliana, propone ai suoi ragazzi un laboratorio per allestire la famosa pièce teatrale e attraverso questo percorso si delinea il mondo adolescenziale, con le sue prime cotte, con le relazioni amicali e non (leggi piccoli soprusi verbali e prepotenze ai danni di chi ha una difficoltà che lo rende “diverso” agli occhi di un coetaneo), i vari caratteri di un gruppo alle prese con questa esperienza, in cui emergono anche paure e insicurezze e di come, con un mentore accogliente e disponibile all’ascolto, queste possano venir superate, lasciando emergere abilità nascoste, rafforzando l’ autostima, aiutandoli in quella costruzione di una personalità così difficile eppure così fondamentale per la crescita.
Kevin, Massimo, Asia, Brian, Piero sono i protagonisti che attraverso la voce, lo sguardo, i gesti di Norina Benedetti prendono vita sul palco e ognuno di loro uscirà da questo allestimento giocoso ma impegnativo, una sorta di cammino iniziatico, più forte, più maturo, più empatico, soprattutto Piero a cui Cyrano appare come una rivelazione salvifica perché il loro handicap (il naso per Cyrano, il disturbo dello spettro autistico per Piero) li accomuna: la paura del giudizio altrui, l’impossibilità di comunicare la passione amorosa, la solitudine, la sensibilità non riconosciuta, ma vestendo i panni del famoso cadetto, il ragazzo riuscirà a superare limiti e timori.
Sola sul palco, con qualche oggetto di scena, l’attrice interpreta tutti i personaggi in una polifonia vocale che restituisce le diverse sfaccettature, cogliendone le angolazioni, le personalità, le loro interiorità.
Uno spettacolo molto delicato, lievemente ironico, che affronta temi complessi in cui è facile immedesimarsi, con leggerezza, condotto con disinvoltura, ben ritmato, che fa breccia nel cuore quindicenne che alberga ancora, volente o nolente, in noi tutti.
Dadadago