Un tutto esaurito per il concerto straordinario di sabato 5 novembre 2022 all’Auditorium Manzoni di Bologna per Musica Insieme del Teatro Comunale di Bologna: è sul palcoscenico uno dei pianisti più rinomati e brillanti del mondo.
Evgeny Kissin, ritorna qui a suonare a distanza di circa dieci anni, quando in una memorabile serata, regalò al suo pubblico, oltre al concerto previsto, una serie incredibile di pezzi fuori programma.
Nonostante l’annunciato prudenziale cambio di repertorio a causa di una tendinite, la classe e la sapienza esecutiva di Kissin hanno ancora una volta lasciato il segno. c
Anche se non abbiamo ascoltato il «Concerto n. 3 di Rachmaninov,» summa di difficoltà tecniche e pathos novecentesco ci siamo ampiamente ripagati con il «Concerto n. 23 in La maggiore KV 488» di Mozart, a sua volta molto famoso con lo stupendo Adagio centrale. Il pianista russo, morbidamente assecondato dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta per la prima volta da Radu Paponiu, nei momenti solistici articola sempre il fraseggio con cristallina limpidezza, giocando con sfumature dinamiche e cantabilità estrema, incisivo e delicato con tocchi struggenti nella parte centrale.
I tre tempi mozartaniani (Allegro, Adagio, Allegro assai) scorrono veloci e un tripudio di applausi spingono il solista a bissare per quattro volte, ancora Mozart e dunque ascoltiamo il Rondò K. 485 in Re maggiore, in cui ha sottolineato giocosamente le differenze di canto nell’alternanza tra mano destra e sinistra. A seguire lo «Scherzo n. 2 in si bemolle minore op. 31» di Chopin fluidissimo, un dolce Walzer di Brahms e uno brillante di Chopin ed anche se richiamato ancora innumerevoli volte Kissin si congeda dall’entusiastico pubblico, pur rimanendo in sala per autografi e foto di rito.
La seconda parte della serata prevedeva la «Sinfonia n. 8 in Sol maggiore op. 88» di Antonin Dvořac strutturata in Allegro con brio, Adagio, Allegretto grazioso, Allegro ma non troppo, densa di ritmi e melodie popolari.
Sin dall’energico primo movimento, il gesto sicuro di Paponiu scandisce dinamiche e carattere esecutivo, in un dialogo continuo con gli strumentisti che rende i colori timbrici molto suggestivi. Caratteristico è l’inizio, con il cantabile dei violoncelli in sol minore che sfocia nel modo maggiore per poi accendersi in una una fanfara solenne.
Un approccio direttivo fluido e particolarmente ricercato per gli impasti del suono, che si manifesta anche nel secondo movimento in cui il clima vira verso l’interiorità con vari stati d’animo, eseguito con molto lirismo ed un tempo sostenuto.
Apre il movimento successivo un tema di valzer etereo morbidamente plasmato, una pagina strumentale trascinante per cantabilità e sonorità, mentre sono le trombe che aprono l’ultimo tempo ad aggiungere un piglio vigoroso e sgargiante a questa composizione, applauditissima, che coniuga semplicità e grandiosità. Peccato per i pochi che sono andati via dopo l’esibizione di Kissin…
Francesco D’Agostino