Del Premio-Alberghini abbiamo più volte scritto su queste pagine. Se continuiamo a scriverne e a raccontarne ogni anno non è solo per il successo fin qui riscosso. In un momento-storico non tra i più ricchi, dove la cultura è spesso intesa come inessenziale frivolezza da tagliare, il concorso bolognese non solo sopravvive ma cresce e, superata anche la pandemia, si presenta al via di questa settima edizione in perfetta salute. Highlander.
L’orgoglio del risultato è nelle parole della Sindaca di Castelmaggiore Belinda Gottardi, referente per le politiche culturali dell’Unione Reno Galliera, commenta: «Il nostro progetto, nelle due precedenti edizioni segnate dalla pandemia, è riuscito a realizzare le selezioni in presenza e le iscrizioni in entrambe le annate hanno sfiorato le 300 presenze: numero straordinario, che fa comprendere come il concorso sia ormai entrato con successo nella rete degli istituti musicali regionali. Il Premio Alberghini deve il proprio successo a un costante impegno istituzionale dell’Unione Reno Galliera e a un bellissimo gruppo di lavoro, fatto di qualificati operatori del settore e generosi esponenti dell’associazionismo cui va uno speciale ringraziamento».
Ad introdurre questa nuova edizione c’è stato il concerto dei vincitori delle due edizioni precedenti, tenutosi lo scorso 23 Ottobre presso il Foyer Respighi del Teatro Comunale di Bologna. Ricchissimo il programma con nove brani proposti e ben 17 giovani artisti sul palco. Ma non si pensi che a quantità di musica proposta e la giovane età dei musicisti abbia inficiato il risultato artistico. Tutti i musicisti hanno dato prova di talento regalando momenti di assoluta qualità. Segno che il premio punta all’eccellenza attraverso la valorizzazione delle eccellenze del territorio.
In una congiuntura storica come questa il risultato è stato possibile per la sinergia di molte istituzioni pubbliche e aziende private. Il progetto, patrocinato da Regione Emilia-Romagna e Città Metropolitana di Bologna, ha ricevuto il sostegno di altri partner: da Lions Clubs International, a Emil Banca Credito Cooperativo. Fino ad arrivare ad altre attività aziendali radicate sul territorio come All For Music – Strumenti musicali Bologna (sponsor tecnico), Lavoropiù S.p.a. Non è mancato il sostegno di privati cittadini come il dott. Paolo Oliani e la dott.ssa Carla Bonfichi.
Ben sette le sezioni di strumenti presenti in questa edizione: Pianoforte, Archi solisti, Fiati solisti, Chitarra classica, Formazioni strumentali cameristiche (dal duo ai 12 elementi), Musica vocale e Composizione (ogni sezione è suddivisa in specifiche categorie di età) e fra le novità, spicca l’attenzione ai gruppi di musica folk, jazz e jazz manouche (o gipsy jazz) e a tutto il repertorio operistico (per canto e piano), che si va ad aggiungere a quello vocale da camera (per canto e vari strumenti), già presente da due edizioni; il workshop con FontanaMix Ensemble rivolto ai compositori vincitori, in preparazione dell’esecuzione della propria opera all’interno delle rassegne curate dalla prestigiosa formazione bolognese di musica contemporanea, e infine l’apertura agli studenti delle Scuole Secondarie di Primo Grado a Indirizzo Musicale di tutta la Regione.
In un’epoca dove la musica e la formazione sono spesso trascurati, il Premio Alberghini sembra andare controvento. «L’Associazione Lions Clubs international – commenta il presidente Gianfranco Guerrini Rocco- ritiene la cultura un bene essenziale e, attraverso le sue attività, concorre alla crescita dei giovani per garantire loro e alla nostra società un futuro migliore. Per questo, a livello locale, i Lions sostengono, fin dalla sua istituzione, il Premio Giuseppe Alberghini contribuendo così a gratificare l’impegno costante dei ragazzi nella ricerca dell’eccellenza».
In questa navigazione nel più difficile lato bolina non può mancare la nostra menzione al vero skipper dell’evento, il tenore Cristiano Cremonini che da sempre ha creduto nel concorso, con lo scopo di promuovere e sostenere i giovani talenti della musica strumentale, vocale e della composizione, che frequentano gli istituti musicali dell’ Emilia-Romagna.
Fortunatamente c’è ancora chi resiste, perché la cultura non è frivolezza da tagliare. La musica forma il libero pensiero attraverso il suono che muove emozioni. Ci auguriamo per tutti i partecipanti una scintillante carriera musicale.
E seppur non fosse, basterebbe che conservassero nella vita adulta la passione che li anima oggi. Sarebbe ad ogni modo un successo. Per loro e per chi – come i promotori “dell’Alberghini” -crede nel futuro.
Ciro Scannapieco