Non si può essere felici quando si invecchia

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Forse toccherà a tutti, magari a qualcuno il destino riserva una uscita di scena precoce ed involontaria, ma la stragrande maggioranza di noi invecchia. Una condizione che solo se vissuta può essere compresa, ma intanto a farci immergere nel mondo senile è il protagonista di un testo celebratissimo di Furio Bordon, commediografo triestino che scandaglia la vecchiaia con garbo e una punta di pungente ironia. Testo intriso di melanconia Le ultime lune è stato portato sul palco del teatro Genovesi dalla compagnia “La Cricca Teatro” di Taranto, con la regia di Aldo L’Imperio che recita anche il ruolo dell’anziano professore universitario. Semplice la vicenda: un uomo vedovo, in là con gli anni ma ancora lucido, orgoglioso e determinato, sceglie di trasferirsi in una casa di riposo, per lasciare al figlio e alla sua famiglia l’appartamento e così “togliere il disturbo”, convinto che la vecchiaia non debba intralciare la vita degli altri.
Lo ritroviamo prossimo alla partenza/distacco, tra il suo amato Bach e i suoi libri, in un dialogo mai interrotto con la moglie, morta giovane, senza subire l’onta che il tempo infligge, unica confidente delle paure, del senso di inadeguatezza e della invisibilità a cui sono condannate le persone che vivono a lungo.
L’arrivo del figlio, fintamente sollecito, forse anche turbato ma intimamente sollevato, riapre conflittualità mai sopite, edulcorate dalla banalità della conversazione ed una sostanziale distanza emotiva ammantata dall’ incomunicabilità. Se nel primo tempo ad affiancare il protagonista troviamo Anna Cofano, che interpreta la moglie con grande padronanza espressiva, e Giuseppe Nardone il figlio, nel secondo che si svolge in un luogo scarno e cupo (gli scantinati con i vetri grigi di villa Delizia) Aldo L’Imperio è solo, con una piantina di basilico a cui confidare le sue acute riflessioni di questa nuova vita che è un preludio della morte. Le ultime lune sono destinate a calare, senza rumore, nella sacralità suggerita dalle note della messa in si minore di Bach. La sua intensa interpretazione, empatica e realistica, particolarmente matura e commovente nell’assolo, tratteggia i vari stati emotivi dell’anziano, consapevole del proprio declino, che in un certo senso si prepara alla fine, tra ricordi delicati ed interrogativi esistenziali.
A sipario calato, applausi lunghissimi per la convincente performance della compagnia pugliese che oltre a proporre un testo di enorme impatto emotivo, ne restituisce con toni veritieri tutta la struggente malinconia.
Ultimo spettacolo del festival di teatro XS, visto a Salerno domenica 9 maggio 2022, in attesa dei premiati.

Dadadago

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