Vendite all’incanto: l’All You Can Buy nel Live Market del Bus Theater

0

Rudinovich, cinico venditore del Live Market Show

Un cinico banditore rumeno (o ucraino?), una improbabile aiutante toscana, plurilaureata e superimbranata, tre valletti/coniglietti che svelano uno alla volta la loro reale identità di artisti.
Tutto è quello che sembra ed anche di più nella micidiale iperbole del LIVE MARKET SHOW, spettacolo prodotto dal Bus Theater di Ilaria Cecere e Rodolfo Caggiano.
Il loro teatro: un autobus a due piani che viaggia per il mondo e si ferma nelle soste del suo girovagare al Macadam, il quartiere delle arti viaggianti situato in un’ area industriale dismessa di San Giovanni a Teduccio, nella periferia di una città, Napoli, che da sempre procura casa ad inventiva e creatività. Un autobus che si trasforma in un teatro e che porta con sé sin dalla nascita l’idea del viaggio, dell’incontro con la gente, dell’ itineranza antica dei carrozzoni dei teatranti e degli artisti del circo e si accompagna nel suo incedere alla precarietà di chi è artista e coltiva il suo talento senza essere inserito nei circuiti ufficiali, quelli in cui gli attori sono ricchi e famosi.
Nel Live Market Show, oltre agli impossibili oggetti inutili,  sono gli artisti stessi ad essere messi in vendita.
E così tra musica psichedelica e jingle televisivi scopriamo un buttafuori che nasconde sotto l’abito scuro un tacco 12, trasformandosi improvvisamente in una ironica, splendida, spogliarellista, una trapezista che ci invita a sognare di spiccare il volo e un delicatissimo fantasista che ci ammalia con palle e clavette. Tutti in vetrina, democraticamente in vendita al pubblico, che invece continuamente subisce i ricatti e le minacce del venditore Rudinovich, tamarrone dell’est con tanto di collanone dorato, mutande leopardate e attributi fittizi. Ma il personaggio meglio riuscito è forse la valletta Ivona, antitesi  della velina bella e attraente, nella cui interpretazione, affidata alla spettacolare ironia di Ilaria Cecere, i tratti dell’inettitudine sono esasperati ai massimi livelli. Schiavizzata dal suo mentore e padrone Rudinovich, che l’ha ricevuta in proprietà a saldo di un debito, Ivona riesce tuttavia abilmente, insieme al suo indegno compare, a vendere l’articolo considerato più inessenziale di tutti: il teatro in cui si è appena svolta la rappresentazione, bidone assoluto per lo sprovveduto spettatore che lo ha acquistato nel corso dello spettacolo, in quanto contenitore di cose inutili come la poesia, le emozioni e la bellezza.

Pensando alla vendita all’asta con la quale il teatro viene consegnato da Rudinovich e Ivona al suo acquirente, la parola incanto è certamente quella più appropriata: suggerisce il valore del teatro stesso in quanto rappresentazione del genio fantastico e dell’irrealtà, del mondo forse impossibile, ma rappresentabile perché immaginato, concepito però a partire da una realtà veramente cruda, fatta di vuoti di valori, cinismo e sopraffazioni, all’interno della quale la magia della rappresentazione si infiltra come a riempire una fessura, L’illusionismo è ciò che regge in fondo tutta la rappresentazione, dichiaratamente farlocca e imbrogliona, ma in realtà affidata alla poesia dei numeri circensi, autentico valore aggiunto dello show. Questa visione riesce a far sì che i tre coniglietti si trasformino da elementi/oggetto di una sexy réclame a protagonisti di momenti delicatissimi dello spettacolo, lasciando stupiti gli spettatori/acquirenti, partecipi come non mai della bellezza del grande gioco.

Angela Caputo

Stampa
Share.

About Author

Comments are closed.