L’idea di Haydn era quella di costruire il mondo attraverso la musica, e in questo monumentale capolavoro osserviamo al dissolversi delle tenebre e del Caos, per dare forma e ordine al mondo intero attraverso la musica.
L’influenza dell’ambiente nobiliare e illuminista viennese e l’esperienza londinese di Haydn, nonché le esecuzioni pubbliche degli oratori di Händel, portarono alla prima rappresentazione pubblica nel 1799 con un’orchestra formata da ben 180 musicisti.
Fu il barone Gottfried van Swieten, uomo di vasta cultura, ex-diplomatico e ambasciatore imperiale a scrivere il libretto traducendo il testo inglese, questo fu il primo brano della storia della musica pensato gà in origine per essere eseguito in due lingue diverse, inglese e tedesco.
Quest’apoteosi musicale e umana viene riproposta dall’Accademia Musicale di Santa Cecilia di Roma con il testo in italiano, riscritto da Giuseppe Carpani nel 1801 nell’appuntamento annuale tanto atteso con il maestro Sir John Eliot Gardiner, eccelso promotore della musica antica e delle esecuzioni musicali filologiche, che guida un’orchestra dall’altissima qualità musicale.
L’ouverture iniziale è la rappresentazione del Caos, l’oratorio è diviso in tre parti, le prime due raffigurano i sei giorni della creazione, mentre la terza descrive l’amore di Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre.
Un’alternanza di recitativi, arie, duetti, terzetti, con gli interventi del magnifico coro dell’Accademia Santa Cecilia guidato dal Maestro Piero Monti che rappresentando la “voce della moltitudine”, cantano il commento su ognuna delle sei giornate e celebrano le lodi del Signore, chiudendo le tre parti dell’oratorio in maniera solenne e grandiosa.
È un effetto sbalorditivo che lascia il pubblico attonito e assorto nello stupore musicale, tanto da non riuscire ad applaudire alla fine della prima parte, seguita con religiosa attenzione.
Raffaele uno degli Arcangeli interpretato dal basso Roberto Lorenzi, sicuramente il migliore esecutore della serata, che intona un suggestivo recitativo caratterizzato da una perfetta e sicura emissione, ricca di colori mentre l’orchestra rientra in un fortissimo con poderosi accordi trionfali, in modo maggiore.
Qui il “divino creatore” Haydn rappresenta musicalmente il Caos del mondo e con l’esplosione del modo Maggiore segna il passaggio dalle tenebre alla luce, orchestrata in modo superbo per sonorità, come se il compositore volesse dare ordine ai timbri strumentali, mettendoli in relazione equilibrata tra loro. Il passaggio dal Caos alla Luce ha un significato religioso ma vuol essere un’immagine che crede possibile trasformare i disordini, politici, sociali, interiori e anche musicali, in un mondo ordinato e “luminoso”.
Da ora in poi tutti i brani della Creazione iniziano e finiscono in modo Maggiore, caratterizzando un’atmosfera molto serena e luminosa che rispecchia l’ottimismo illuminista di Haydn.
Il primo giorno della Creazione viene raccontato nell’aria solistica di Uriel affrontato dal tenore Giovanni Sala, cromatismi discendenti dei flauti e degli oboi evocano la fuga delle ombre e degli spiriti delle tenebre.
Improvvisamente ritorna il tono minore del Caos iniziale, dove i tromboni e i controfagotti con sonorità, fanno precipitare gli angeli ribelli nell’oscurità delle tenebre e della notte.
L’enorme ricchezza di immagini e di suggestioni del testo, dobbiamo dire che la partitura è piena di tocchi descrittivi, sono rese dal soprano Lenneke Ruiten in maniera elegante e morbida, esprimendo l’intero armamentario espressivo delle immagini musicali barocche, e si presentano come indovinelli che coinvolgono gli spettatori.
In questa Creazione lo sguardo sereno e ottimista di Haydn si sofferma a contemplare con affetto le creature più umili, perché in questa Creazione c’è posto davvero per tutti, per creare quel mondo “ideale” nel quale si realizzano i valori illuministi attraverso la musica.
La musica come valore universale che canta la fiducia nell’uomo e nella possibilità di un mondo migliore, ordinato e armonico allo stesso tempo.
La Creazione: Il mondo dell’armonia di Haydn
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