Nella piazza dell’Obelisco “Là da Tagliacozzo, dove sanz’arme vinse il vecchio Alardo” (Inferno XXVIII, 17-18) giovedì 29 agosto si è inaugurata la 37a stagione del Festival Internazionale di Mezza Estate.
La citazione dantesca in apertura è d’uopo poiché al Sommo Poeta nel 700esimo anniversario dalla morte è dedicato l’intero fine settimana inaugurale della rassegna.
Il primo spettacolo – il cui ricavato come di consueto sarà devoluto in beneficenza – ad essere ospitato su uno dei palchi che caratterizzano il FIME è stato l’opera-musical “Dante in Musica” prodotto da MIC (Musical International Company) scritto e diretto dal maestro mons. Marco Frisina su libretto di Gianmario Pagano e Andrea Ortis liberamente tratto dalla Commedia. Pur presentato in versione ridotta ed in forma di concerto, l’unica cittadina abruzzese citata dal Poeta – come ci è stato più volte ricordato – ha potuto godere del canto e del ballo del cast originale.
L’opera, che in questa forma viaggia in tour estivo, per la sola data di ieri è stata accompagnata con le musiche dal vivo – fatta eccezione per i concertati che necessitavano di basi comprendenti i cori – eseguite dall’Orchestra Scarlatti Young che, come il nome lascia intendere, si compone di giovani che ancora hanno molto tempo per maturare. La scelta di un’orchestra non composta da professionisti vuole dare un segno di speranza e simboleggia la ripartenza del mondo dello spettacolo come ha dichiarato il direttore artistico del Festival Jacopo Sipari di Pescasseroli nella presentazione, a mo’ di conferenza stampa, allestita sul palco che ha condiviso con il sindaco Vincenzo Giovagnorio e l’assessora alla cultura Chiara Nanni con la partecipazione di Gianluca Rubeo che, salito come presentatore, si è prestato anche nel ruolo di moderatore.
Nel corso della lunga chiacchierata molti sono stati i riferimenti al periodo che stiamo vivendo, paragonato ad una selva oscura dalla quale uscire a riveder le stelle, accompagnati dalla speranza della costruzione di un vero e proprio anfiteatro per la cittadina, nel quale si spera di non dover fare i conti con i difficili – se non addirittura assenti- provvedimenti per il distanziamento.
Definita dal compositore stesso una “storia d’amore”, il musical dedicato a Dante ripercorre le tappe più importanti del viaggio attraverso i regni ultraterreni e offre al pubblico un’ alternanza di versi, prosa, recitativi, cantillazioni, arie, duetti e concertati nei quali i personaggi principali della Commedia si raccontano e con Dante (Antonello Angiolillo) stesso cantano sulle note dallo stile inconfondibile con cui Mons. Frisina ha conquistato il primato nella contemporanea musica sacra italiana.
A recitare le terzine della Commedia e la parafrasi in prosa di questa, è stata la voce di Andrea Ortis che oltre ad aver curato la regia ha vestito i panni di Virgilio.
Costumi semplici e moderni, fondali neri a coprire quanto nello sfondo poteva ricondurre alla realtà cittadina, insomma un’attenzione precisa affinché nulla potesse distrarre il pubblico dalle voci – spesso anche fuori campo – dalle coreografie di Massimiliano Volpini e dalle luci di Virginio Levrio, unica scenografia presente. Forme geometriche illuminate a led colorati hanno preso vita sul palco accompagnando con suggestioni che più o meno rimandano ai colori descritti nella Commedia. Lontana dal testo originale è invece l’apparizione fin dal primo canto di Beatrice (Myriam Somma) che come una visione del futuro intona le parole “Amor che move il sole e l’altre stelle”, riprese nel concertato che chiude l’Inferno e che vede in scena tutti i personaggi ognuno dei quali nomina il proprio peccato d’amore: Caronte (Francesco Iaia), Francesca da Rimini (Noemi Smorra), Pier delle Vigne (Antonio Sorrentino), il Conte Ugolino (Antonio Melissa) ed Ulisse (Angelo Minoli). A completare il cast, che naturalmente copre i ruoli anche dei regni delle anime salvate, Maria Carmen Lafigliola che incarna uno dei personaggi più tristemente celebri della Divina: Pia de’ Tolomei. Incontrata nel Purgatorio la dama senese implora Dante affinché egli la ricordi, richiesta che vorrebbero per sé anche tutte le donne uccise dai loro compagni ai nostri giorni e che impone a noi il compito non solo di ricordare ma anche di agire.
Una menzione merita anche il corpo di ballo (Mariacaterina Mambretti, Michela Tiero, Elisabetta Dugatto, Giovanna Pagone, Raffaele Iorio, Raffaele Rizzo, Danilo Calabrese, Alessandro Trazzera) che ha reso possibile il coinvolgimento del pubblico traghettato dai marinai di Caronte e commosso dalla danza d’amore di Paolo e Francesca, per citare solo alcuni dei momenti di danza visibili non solo sul palco ma anche proiettati come ombre sui palazzi della piazza. La sensazione che si è avuta nel guardare le coreografie è stata quella di assistere ad uno spettacolo nello spettacolo, ballerine e ballerini non si sono limitati ad arricchire la scena ma l’hanno resa carne in movimento; ed è forse proprio questa la motivazione alla base della scelta di non far danzare il muto Paolo attorno alla voce di Francesca, scissa e replicata dunque tra canto ed immagini.
Nel paradiso terrestre, nei canti finali del Purgatorio, assistiamo all’addio di Virgilio impossibilitato a proseguire oltre per i limiti della sua condizione di pagano. “Ti proclamo padrone di te stesso” con la parafrasi dei celebri versi virgiliani il Maestro incorona Dante, passaggio di testimone sottolineato anche dall’alternarsi al leggio del narratore che per un quadro passa appunto ad Antonello Angiolillo, che vestiva i panni del Sommo; una scelta che potrebbe forse destabilizzare un pubblico poco attento o privo di della meta-struttura necessaria a districarsi tra personaggi e voce narrante.
Il viaggio si chiude con la ripresa del concertato “L’amor che muove il sole e l’altre stelle” questa volta intonato dal cast al completo incorniciato da tutti i colori delle luci di Levrio.
I prossimi appuntamenti danteschi si terranno venerdì 30 ore 21:15 presso il monumentale Chiostro di San Francesco con lo serata “Dante at the Opera” che vede coinvolta l’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Martins Ozolins sulle note di arie d’opera che vanno da Verdi a Mascagni. Il 31 luglio sarà la volta della “Bestiale Commedia” di Vinicio Capossela (21:15) mentre il lungo fine settimana si concluderà il 1 agosto con lo spettacolo di Michele Mirabella “Ma misi me per l’alto mare aperto”.
Emma Amarilli Ascoli
Foto di Raffaele Castiglione Morelli