UniMusic: La Nuova Orchestra Scarlatti nel Centro Storico con la F2

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La seconda edizione di UNImusic festival, voluto dalla Nuova Orchestra Scarlatti in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, vedrà alcune tra le più suggestive ed affascinanti location del centro storico cittadino fare da palcoscenico ad un fitto e variegato cartellone di appuntamenti sinfonici e cameristici.
La rassegna, aperta l’8 settembre con il concerto anteprima Euterpe e Tersicore nel Chiostro di San Lorenzo Maggiore, entra però nel vivo con l’evento inaugurale di ieri, sabato 12 settembre, alle ore 19:30, nel monumentale Cortile delle Statue dell’Università Federico II.

I 110 giovanissimi componenti dell’Orchestra Scarlatti Junior, con la supervisione e il coordinamento didattico e artistico del maestro Gaetano Russo, opportunamente distanziati nel rispetto della recente normativa anti covid, hanno dato vita ad un programma sinfonico di grande respiro.
Ad aprire la serata, sul podio, il giovane direttore Marco Attura, sua l’orchestrazione del romantico “Sogno” di Schumann, Träumerei op.15 n. 7, celeberrimo brano per pianoforte solo composto nel 1838 , il tema semplice che rievoca la dolcezza della dimensione onirica nel bambino, inserito in una raccolta dedicata all’infanzia, viene esposto dal quintetto a parti reali, per poi percorrere tutta l’orchestra fino all’organico pieno, con cadenza evitata finale. Beethoven dovette entusiasmarsi molto per il personaggio eroico del conte di Egmont, Il profilo etico ‘kantiano’ del personaggio è in perfetto accordo con quello che Mila definisce “il nobile idealismo eroico dell’animo del compositore tedesco”.
Questi accettò pertanto di buon grado l’incarico di scrivere musiche di scena (1809/1810), per l’omonima opera goethiana incentrata sulla figura del conte di Egmont, governatore delle Fiandre nella prima metà del XVI secolo, martire sereno e compassionevole che sacrificò la propria vita per manifestare il suo attaccamento alla patria olandese in occasione della repressione spagnola attuata dal duca d’Alba nel 1568.

«Studiare una partitura è ripercorrerne nuovamente l’essenza in ogni tratto, nulla dev’essere lasciato al caso» spiega Attura, «per questo ho voluto dare una nuova veste all’Ouverture “Egmont”, da troppo tempo preda di abbagli e tradizioni esecutive che ne hanno restituito una lettura falsata. Il “Sostenuto ma non troppo” che Beethoven indica in partitura, viene inteso come un pesantissimo Adagio, in realtà vi si cela il ritmo di una Sarabanda, danza tipica spagnola, che trova un perfetto riscontro con l’omonima tragedia di Goethe, le prime battute rappresentano l’intransigenza del Duca D’Alba, l’oppressione spagnola.
Ogni tanto bisogna avere il coraggio di sovvertire prassi consolidate».
Il brano “107”, del compositore napoletano Bruno Persico, ieri sera chiamato a dirigerlo, era già stato realizzato dalla Scarlatti Junior in un’originale versione video costruita montando insieme i singoli contributi inviati online dai giovani musicisti durante il lockdown. Si tratta di un gioco stilistico che fonde un’anima melodica ad una ritmica ed è movimentato da interventi solistici di tutti i primi strumenti dell’orchestra. (Enzo Viccaro)
È stata poi la volta di Erinnerungen an Zirkus Renz (Ricordi del Circo di Renz, 1894) di G. Peter, per xilofono e orchestra, omaggio alla musica popolare e circense, affidato al virtuosismo del solista Assunto Cecere Palazzo.
Avvicendatosi sul podio, il maestro Gaetano Russo si é posto al timone ed ha condotto la serata in porto: dalla sua creatività sperimentale nasce Improvviso per Orchestra, brano di carattere estemporaneo ed irripetibile. Dovuto e, più che mai, sentito, l’omaggio al musicista Ennio Morricone scomparso lo scorso luglio, tanto che Here’s to You, é stato il bis richiesto e concesso, per espressa volontà dei giovani artisti. Il canto su ritmo ostinato di marcia ha ben presto finito per coinvolgere il pubblico in un vero e proprio inno laico di libertà. Ancora, la fantasia sinfonica che raccoglie le più belle e amate melodie scritte da Richard Rodgers per il musical americano “The Sound of Music”, più noto in Italia con il titolo di “Tutti insieme appassionatamente”.
Degna conclusione per un organico tanto numeroso, Apothéose per orchestra e coro, ultimo movimento della Grande Symphonie funèbre et triomphale op. 15 (1840) di H. Berlioz, che divenne una delle opere più popolari del compositore durante la sua vita. L’impeto della marcia trionfale irrompe dagli ottoni per poi investire tutto il comparto dei fiati e culminare nell’intervento del coro, previsto dall’autore con rimaneggiamento postumo, su testo di Antony Deschamps: “Gloria e trionfo per questi eroi, gloria e rispetto per le loro tombe”.
Il coro Chopin, appositamente creato per la circostanza, è stato preparato dal maestro Davide Troìa.

Il cortile delle statue, recentemente restituito al suo splendore e all’ammirazione dei visitatori è un Pantheon di uomini illustri, testimoni grandissimi del tempo, che qui appare sospeso, scandito dalle meridiane sulla facciata ovest del cortile.

Mariapaola Meo

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