DAL MUSICAL TEATRALE A QUELLO CINEMATOGRAFICO

0

Il musical esce dai teatri di posa per riversarsi in strada o in piazza; una nuova filosofia secondo cui non esistono luoghi o argomenti che non possono essere musicati, danzati o cantati.
In tal senso da un lato si amplia il ventaglio di registri sentimentali e dall’altro si potenzia l’istrizionismo musical-scenografico con il ricorso a nuove sonorità (da quelle classiche a quelle jazzistiche) o al frenetico impatto di giovani protagonisti (la verve muscolare ed atletica di Gene Kelly contrapposta al garbo ironico di Fred Astaire). 
Il musical raggiunge la completa maturità espressiva, in direzione del cinema d’autore, anche se tutto ciò finisce con il segnare un periodo di crisi irreversibile.
Con il cinema moderno e contemporaneo, dal 1960 ad oggi, il musical viene abbandonato dalla majors per gli alti costi di produzione e in parte contestato dalle nuove generazioni, anche se sarà successivamente la giovane critica a valorizzarne l’importanza culturale all’interno dell’evoluzione del linguaggio cinematografico. Sul piano dell’elaborazione dei contenuti (presi in prestito da altri generi cinematografici), il musical presenta delle storie che diventano pretesti per introdurre, sul piano della finzione, i numeri musicali (canto o ballo) che a loro volta prendono il sopravvento sulla narrazione medesima.
In tutta la storia del musical il gesto danzato, la parola, l’intermezzo sonoro, la colonna musicale si costituiscono quindi come un vero e proprio mezzo di comunicazione per formulare un racconto allo spettatore. Dal musical teatrale, quello cinematografico eredita da un lato la caratterizzazione dell’intreccio lineare o semplificante in rapporto però ad ambienti sofisticati e dall’altro l’ardita scenotecnica, le cui macchine consentono ingegnosi e repentini cambiamenti di scena, tali da sbalordire il pubblico.
In base a questi elementi il musical cinematografico aggiunge le risorse della macchina da presa, che riesce a creare effetti particolari, trucchi, montaggi, attraverso i quali la cornice dei quadri scenici è dilatata.
A livello dei nuclei tematici se ne possono riassumere cinque ben distinti. Il primo riguarda il rapporto amore-spettacolo, dove il tema del film è proprio l’allestimento di una commedia musicale, con le vicende avventurose e sentimentali che ne derivano.  L’amore in funzione tanto spettacolarizzante quanto essenziale. E’ l’amore con la A maiuscola che permette la realizzazione professionale dei protagonisti, nel senso dell’esperienza di vita e della conquista di maturità. Ma è pure amore dietro le quinte, che aiuta a migliorare le doti interpretative dei personaggi: più gli interpreti sono innamorati più sono bravi; in Quaranteduesima strada la protagonista trova nella cotta per il regista (burbero e al contempo bonaccione) la forza per crescere artisticamente e diventare la prima stella.
Un altro nucleo tematico è “The Show Must Go On e Be a Clown”, lo spettacolo deve andare avanti, occorre insomma realizzare a tutti i costi i sogni indotti dall’immaginario collettivo, in barba a migliaia di impedimenti che complicano l’allestimento, realizzando il suo fine: intrattenere e divertire il pubblico.
Il terzo nucleo tematico è la relazione desiderio-fantasia-realtà  cioè identificazione/proiezione dello spettatore, i suoi sogni con il mondo del cinema, trasfigurando l’esistenza quotidiana. Canto, musica, ballo e scenografia sono momenti privilegiati di un’incessante trascrizione nel fantastico. Il musical sembra concretizzare l’ipotesi di un punto d’incontro fra essere e apparenza, dando allo spettatore se non la certezza, almeno la speranza che i sogni si realizzano. Il banale e lo straordinario, il reale e il fantastico, la gioia e il dolore trovano un magico accordo.
Il quarto nucleo tematico è la fiducia nella fiducia, nel senso che il racconto diventi il veicolo di una gioia per tutti. Come il canto e il ballo sono il fine ottimale, così i sogni e la fantasia inculcano la voglia di cantare e ballare. Per esempio in Cantando sotto la pioggia esiste un rapporto di fiduciosa sicurezza tra musical e vita quotidiana, nel senso che due persone che danzano cos’ bene assieme, prima o poi di sicuro si ameranno, dopo aver raggiunto il cosiddetto magico accordo.
L’utopia è il quinto nucleo tematico, intendendo con utopia il desiderio di trovare nel musical equilibrio, armonia, ordine e linearità, ossia valori nella realtà momentaneamente dispersi o abbandonati. Non a caso molti film si aprono con una situazione conflittuale o contraddittoria; la mancanza di soldi per l’allestimento, l’incapacità della ragazza a farsi scritturare, ecc… compito della storia sarà dunque risolvere ogni problema riportando la realtà a un ritrovato equilibrio. 

 

Stampa
Share.

About Author

Comments are closed.