La Ziegfeld Follies, compagnia che mise su moltissime serie di spettacoli teatrali prodotti a Broadway dal 1907 al 1931 e ispirato alle Folies Bergère di Parigi, fu fondata dall’impresario teatrale Florenz Ziegfeld, il quale, spinto dalla moglie, l’attrice Anna Held prende sotto la sua ala musicisti come Victor Herbert, Irving berlin, Jimmy Monaco ed artisti del calibro di Eddie Cantor, Fanny Brice per dare vita ad una serie di spettacoli in grado di lanciare canzoni e numeri teatrali di grande successo, amati dal pubblico e dalla critica.
Il genere è semplice, lo spettacolo comprendeva numeri musicali e sketch comici, tipici del vaudeville, ma l’alchimia tra il fasto delle scene, la verve delle musiche e il talento degli artisti è esplosivo.
Negli anni dieci e anni venti le Ziegfeld Follies infiammarono le scene di Broadway, ma nel 1932, dopo la morte di Ziegfeld la magia ebbe fine.
Quanto alle compagnie di minstrel show di soli neri, invece, iniziarono a proliferare intorno al 1860, e furono spesso presentate come autentiche rappresentazioni della realtà.
Questi minstrel di colore rivendicavano sempre di essere degli schiavi di recente liberazione, (senza dubbio alcuni lo erano, ma la maggioranza no). Questa era una specie di trappola, con gli spettatori bianchi che li vedevano più come “animali allo zoo” che come artisti ben qualificati.
L’interesse del pubblico nei loro confronti li faceva rivaleggiare con le compagnie dei minstrel bianchi. Queste compagnie di colore focalizzavano la loro attenzione sulle vicende nelle piantagioni, piuttosto che su cronache sociali e razzismo.
Nell’esecuzione dell’autentica musica nera i suonatori usavano come strumenti musicali le mani, i piedi, le pacche sul corpo, strascicavano e sbattevano i piedi…
Una delle compagnie minstrel nere di maggior successo fu la “Sam Haguès Slave Troupe of Georgia Minstrel” diretta da Charles Hicks. The Georgia Minstrels girarono per gli Stati Uniti e all’estero.
A partire dalla metà degli anni ’70 del 1800 le compagnie bianche di Balckface diventavano sempre più raffinate e si allontanavano dalle rappresentazioni dei Neri.
Le produzioni Blackface afroamericane comprendevano la commedia ed il comico, comunque i “Neri” non potevano recitare senza il trucco Blackface, non importava quanto scuri di pelle fossero.
C’è da dire che il blackface costituiva un pratico e relativamente lucroso mezzo di sostentamento, se comparato ai lavori servili a cui la maggior parte dei Neri veniva relegata.
L’ “Annerimento” costituiva un’opportunità singolare per attori, musicisti e danzatori afroamericani di mettere in pratica la loro abilità. Fu attraverso gli artisti Blackface, bianchi e neri, che la ricchezza e l’esuberanza della musica afroamericana, l’umorismo e la danza, raggiunsero per la prima volta i grandi circuiti commerciali del pubblico bianco, negli Stati Uniti e all’estero.
Fu attraverso il Blackface dei minstrel che gli artisti afroamericani incominciarono a confluire nel canale principale dello show business d’America. Gli attori neri usavano le rappresentazioni Blackface per caricaturizzare il comportamento dei bianchi. Nacque un circuito di vaudeville di soli performer neri organizzato nel 1909 nel Theater Owners Booking Association (TOBA), cioè “Toby” cosiddetti in quanto i guadagni erano scarsi, ma sicuramente più desiderabili di altri lavori che avrebbero potuto trovare altrove.
Il Blackface fece da trampolino per centinaia di artisti ed intrattenitori- neri e bianchi- una delle più famose star fu Lucas, che recitò nel ruolo principale della versione cinematografica del 1914 de La Capanna dello zio Tom.
L’attore minstrel nero non prendeva in giro solo se stesso, ma prendeva in giro anche l’uomo bianco.