I teatri a New York a cominciare dal 1850 si spostarono gradualmente da Downtown a Midtown, per trovare aree fabbricabili meno costose.
Nel 1870 il cuore di Broadway era Union Square e verso la fine del secolo molti teatri erano nelle vicinanze di Madison Square. I teatri arrivarono nell’area di Times Square i primi anni del XX secolo, ed i teatri di Broadway vi si consolidarono solo verso la fine degli anni ’20 e ’30.
Con questa crescita esponenziale del mercato musicale, intorno al 1885 l’industria musicale newyorkese, denominata Tin Pan Alley cioè “Vicolo della padella stagnata” dominò il mercato della musica popolare nordamericana tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, convincendo molti editori musicali a stabilire a New York la propria sede.
Tin Pan Alley originariamente era un luogo specifico di New York City, la 28esima strada Ovest tra la Quinta e la Sesta Avenue. Oggi è ricordato da una placca sul marciapiede della 28 esima Strada tra Broadway e la Sesta Avenue. L’origine del nome pare derivare dal suono cacofonico dei pianoforti, proveniente dalle finestre delle sale-prova, che ricordava quello ottenuto percuotendo padelle di stagnate, e Alley è il nome dei tipici vicoli di New York, anche se la leggenda narra che fosse proprio il rumore di pentole volutamente percosse affinché il rumore generato coprisse l’estemporanea composizione al piano, in maniera da non farsi ascoltare da eventuali rivali compositori.
Con la Grande Depressione e l’avvento della radio e del fonografo, avvenute intorno al 1930 assistiamo al declino, che minò pure il dominio degli editori musicali. Il primo musical a tenere il cartellone per un lungo periodo di tempo fu The Elves che nel 1857 ebbe 50 rappresentazioni. La durata delle recite degli spettacoli di New York continuò a mantenersi assai lontana da quella degli spettacoli di Londra, si ricorda il musical burlesque Seven Sistes Laura Keene (eccellente attrice di teatro americano) del 1860 che ebbe ben 250 rappresentazioni.
Il primo lavoro teatrale che può essere confrontato con l’attuale accezione del genere musical, comprendente danze e musiche originali è The Black Crook che ebbe la prima rappresentazione a New York il 12 settembre 1866. La produzione fu un colossale spettacolo delle durata di cinque ore e mezza, e nonostante la lunghezza, raggiunse il numero record di 474 rappresentazioni.
Lo stesso anno, The Black Domino, Between You, Me and the Post fu il primo spettacolo ad autodefinirsi una musical comedy. Gli attori Edward Harrigan e Tony Hart produssero e rappresentarono a Broadway fra il 1878 ed il 1885 il musical The Mulligan Guard Picnic, queste commedie musicali proponevano personaggi presi dalla vita di tutti i giorni, appartenenti alla classe operaia di New York, e rappresentarono un importante passaggio dalla forma del vaudeville e del burlesche, ad una forma più colta di spettacolo. Essi misero in scena cantanti di buona professionalità, invece delle donnine di incerta reputazione che erano state impiegate negli anni precedenti.
A seguito del miglioramento dei trasporti pubblici, la povertà a New York diminuì sensibilmente, e l’illuminazione delle strade rese più sicura la circolazione di notte, ciò conseguentemente aumentò il numero dei potenziali spettatori dei musical. I lavori tennero il cartellone più a lungo ed i profitti degli impresari teatrali aumentarono a dismisura consentendo il miglioramento degli allestimenti. Come in Inghilterra, i teatri cominciarono a essere ripuliti dalla prostituzione che li pervadeva in passato. Le opere comiche del famoso duo Gilbert e Sullivan, destinate ad un pubblico familiare, raggiunsero Broadway con la rappresentazione di H.M.S.Pinafore nel 1878. A Trip to Chinatown di Charles Hoyt 1891 divenne l’opera più a lungo rappresentata, tenendo il cartellone per 657 recite.
A cominciare da The Red Mill i teatri di Broadway installarono insegne luminose multicolori, all’esterno, per pubblicizzare le loro produzioni. Fino a quando non vennero utilizzate le luci colorate, le insegne erano soltanto a luce bianca e Broaqway era soprannominata “La grande strada bianca”.
Gabriella Spagnuolo