Al Politeama di Napoli Carmen(s) di Montalvo celebra tutte le donne

0

Chi è Carmen(s)? – Tutte le donne. Il personaggio di Carmen impersona la libertà, e la possibilità per le donne di realizzarsi indipendentemente dal condizionamento sociale e dai sentimenti.
Carmen è la donna che per prima vota, che per prima sceglie l’uomo da seguire, che per prima sceglie il proprio destino, è anche la madre che con il suo coraggio rende indipendente il proprio figlio.

La Carmen(s) di José Montalvo in scena al Politeama di Napoli il 9 e 10 marzo 2019 è una vera Festa della Donna, un proclama della femminilità nella sua totalità; evidenzia come Carmen non sia solo la femme fatale, ma una donna.
Per il coreografo l’opera Carmen è espressione soprattutto del popolo gitano, un popolo nomade e quindi miscuglio di etnie, le cui precise origini non è possibile delineare.
L’idea della miscellanea di etnie è rappresentata sia dal plurilinguismo dei performer in scena, ognuno ha utilizzato la propria lingua madre per narrare la storia, sia dallo stile di danza che ha abbracciato classico e contemporaneo, flamenco e hip hop, sino alla danza tradizionale,ma è rappresentato anche  dai corpi disarmonici dei performer.
In questa combinazione di linguaggi la musica non poteva che partire dall’eco delle arie più famose di Bizet per approdare alle percussioni e al suono degli strumenti più antichi a sostegno del movimento divinatorio.

È una Carmen(s) che inizia la narrazione con un Dioniso/Caprone/Toro che si trasforma ben presto nell’olifante della Chanson de Geste. Raccontare come gli antichi e come i moderni ci ricorda Montalvo citando la Duncan, e immettendo riferimenti della versione coreografica di Alonso che emergono lungo la fitta e incalzante messa in scena.
Il coreografo si affida alle danzatrici di flamenco per dipanare la storia della sua Carmen, che al ritmo continuato della danza accompagnano con voce roca l’incedere della vicenda.
Carmen, e tutte le donne, inizialmente delle lavoratrici che divengono seducenti nel luogo del loro breve riposo, quasi un harem, dove gli uomini si lanciano alla loro conquista in una ancestrale lotta per il predominio.
Il gioco seduttore/sedotto continua in ruoli fissi dove gli uomini si “mostrano” nella bellezza e nella forza fisica e le donne li “scelgono” come su un catalogo in base all’estro del momento.

La relazione è altro ci ricorda il coreografo; essa è fatta di memoria e di condivisione di sapere, di incontro, scontro e dialogo tra culture, di generazione di nuova identità.
I personaggi della storia scompaio nel loro ruolo assoluto per divenire “tipi” e in questa narrazione la pudica Micaela, la fedele, rassegnata, la designata da mamma’, scompare ben presto, viene posta in un ruolo marginale, anzi si evolve facendo emergere il suo doppio come Carmen.

Montalvo sottolinea gli scontri tra i protagonisti – Micaela e Carmen, Josè e Escamillo, torero-toro, comunità e singoli – con un dialogo immaginario tra i performer, volutamente bloccati davanti ad un leggio come dei doppiatori, e il video dove scorrono immagini dei loro doppi senza corpo reale.
Giungono spunti di riflessione sull’idea di identità delle persone: sono ciò che la comunità afferma per loro o possono essere ciò che realmente desiderano ed esprimere il proprio essere sino in fondo distruggendo anche le strutture sociali dominanti.
Una domanda che nasconde in sé la risposta: solo la più profonda rappresentazione di sé è portatrice di verità, di forza, di mistero e di espressione.

Lo spettacolo, che ha visto alta professionalità, dinamiche puntuali del gesto danzato ed espressività elevata, da parte di tutti i performer, ha riscosso grande successo instaurando  un dialogo senza fine, prolungatosi anche oltre la chiusura del sipario.
La rassegna Stabile Danza 2019 del Teatro Stabile di Napoli proseguirà l’11 marzo con Passo oscuro di Alfonso Beneduce; dal 12 al 14 con Petruska di Virgilio Sieni; dal 13 al 16 marzo con Il luogo del paradosso episodio 1 e 2 ideazione di Gabriella Stazio; dal 15 al 17 marzo con Non solo Medea di Emio Greco e Pieter C. Scholten; il 17 marzo con Act of Mercy di Antonello Tudisco.

Stampa
Share.

About Author

Comments are closed.