Approfondiamo insieme l’ambigua rappresentazione dell’aspetto sociale del fare musica nell’età dell’oro olandese.
I violini e le viole avevano a quei tempi forti connotazioni erotiche, sia per la loro forma sinuosa che ricorda le rotondità del corpo femminile, sia perché si usavano per fare musica o per fare danza, attività sicuramente dalla dubbia moralità.
Nel quadro di Pieter de Hooch 1677 “Festa Musicale in un Cortile” vediamo un ragazzo in fondo, in piedi sull’uscio, come se facesse la guardia, mentre una musicista solitaria suona una viola tenore. Un uomo gesticola verso la ragazza seduta accanto a lui, che risponde al suo sguardo con un sorriso, ancora una volta la musica stabilisce il tono della conversazione e offre un’allusione ad un incontro erotico e sensuale.
Questo quadro è ricco di possibilità narrative e di mistero. Attrae l’idea del contrasto tra mondi, tra il buio e la luce, l’ambizione del pittore di dipingere il nucleo della scena in questa luce torbida, riusciamo a vedere le scene che si svolgono all’interno delle camere che si vedono in lontananza, oltre alla scena principale in primo piano, tutto ciò è reso verosimilmente grazie agli elementi tradizionali come il vino, le donne, le canzoni.
Durante tutto il XVI secolo il violino veniva suonato da musicisti itineranti nelle sale da ballo e nelle locande, anche se al tempo di Vermeer era apprezzato anche nell’alta società.
Ne “La Festa Musicale” del 1631 di Jacob Van Velsen il violino veniva suonato sprovvisto di mentoniera appoggiato al petto o al braccio, persino anche in posizione verticale. Il basso di viola era lo strumento più comunemente usato della famiglia delle viole, superato solo dal violoncello. Il basso di viola nel XVII secolo era l’elemento dei bassi più diffuso negli ensemble musicali e di conseguenza il più ritratto nella maggior parte dei dipinti. La viola da gamba non ha nulla a che vedere con il violoncello, anche se la si tiene tra le gambe in realtà è una considerata similmente ad una chitarra, uno strumento molto versatile e molto diffuso.
C’è da dire che tra i cittadini olandesi benestanti del XVII secolo sicuramente lo strumento più usato era il Virginale, simile al clavicembalo ma più piccolo e racchiuso in una custodia rettangolare, con le corde pizzicate. Gli strumenti a tastiera che vediamo nei dipinti sono i Virginali o Muselar che sembrano delle grandi valigie con tastiere a destra. Questi strumenti sono suonati da dilettanti in casa, in quanto i professionisti usavano il clavicembalo o il fortepiano, strumenti più grandi, belli e professionali. I più famosi produttori di strumenti a tastiera in Europa nel XVII secolo erano la famiglia Rukers di Anversa.
Gabriella Spagnuolo