«Sarà un Rigoletto tradizionalista, uno spettacolo rispettoso del libretto. Nessuna attualizzazione, niente cambi d’epoca, nessun elemento di straniamento. C’è, invece, tanto studio per la realizzazione di un progetto ben chiaro e di tutto un percorso da seguire, che si incentra proprio su quel concetto di maledizione che fonda e condiziona l’opera tutta, per poi analizzare dapprima il gioco dell’abuso di potere da parte di un regime totale ed immorale, e successivamente prosegue attraverso l’esplorazione di tutta quella che è l’esperienza dell’amore paterno»
Così Riccardo Canessa, regista da venerdì 28 alle 21 a domenica, di Rigoletto di Verdi, al Teatro Municipale di Salerno, con la prestigiosa presenza di Daniel Oren sul podio.
Tradizionale, ma non certo regia fotocopia, quella di Canessa, il quale, infatti, rivela:
«La maledizione, per la prima volta, in un mio allestimento, assume una connotazione materiale oltre che profondamente simbolica. In scena la maledizione sarà rappresentata da un feticcio: il mantello di Monterone che diventerà il sacco finale. Si tratta di un vero e proprio fardello che Rigoletto porterà, oltre alla sua deformità, sulle sue spalle»
Scene e costumi sono di Alfredo Troisi e sul palco agiranno Amartvshin Enkhbat, nel ruolo del titolo, Antonio Poli nella parte del Duca di Mantova e attesissimo, il soprano Gilda Fiume nel ruolo di Gilda.
In una messa in scena che si annuncia di teatrale fedeltà testuale, Natalia Verniol sarà Maddalena e Victoria Shereshevskaya darà voce a Giovanna, mentre Carlo Striuli sarà Sparafucile e Enzo Peroni interpreterà Matteo Borsa.
Le coreografie sono di Pina Testa, in buca l’Orchestra Filarmonica Salernitana e il maestro del Coro è Tiziana Carlini.
Mariapaola Meo