Di RossiniBrillante è la realizzazione del Barbiere di Siviglia di Rossini, al teatro Verdi di Salerno, andato in scena il 7 dicembre scorso (con repliche nei giorni 9 ed 11 seguenti). L’eterna attualità del comico rossiniano ha riconfermato la sua efficacia nell’accoglienza divertita e calorosa del pubblico di fronte al nuovo allestimento salernitano affidato alla regia di Michele Sorrentino Mangini e alla direzione orchestrale di Antonello Allemandi. Accurata ed elegante è risultata la scenografia di Flavio Arbetti affiancato dal Light Designer Nunzio Perrella, consistente in un’elegante gabbia con inferriate bianche, per altro vivacemente arredata e colorata all’interno, per la pepata Rosina di Teresa Iervolino. Quest’ultima ha offerto con padronanza tecnica un’accentuazione dell’aspetto astuto del carattere del personaggio, sicuramente dominante, cui è semmai mancato un pizzico di abbandono e di spontaneità più affascinanti, nella resa vocale sempre spigolosa e a volte spezzettata per eccesso di artificio. Ad affiancarla con grande disinvoltura vocale e scenica, Massimo Cavelletti nei panni di Figaro sufficientemente esuberante nel tradurre la luminosità del personaggio, l’uomo nuovo della commedia di Beaumarchais, di cui, ancor più nella realizzazione di Sterbini e Rossini, si sottolinea lo spirito avventuroso e poliedrico, pronto a mettere in moto il “vulcano” della mente non appena stimolato dall’idea di guadagno. Al suo opposto, Bartolo, l’esponente della vecchia generazione assieme a Don Basilio (George Andguladze non al meglio della sua vocalità), abbarbicato sui privilegi raggiunti e sull’egoismo, interpretato dal bravissimo Giovanni Romeo, degno allievo del mitico Enzo Dara, brillantissimo negli scilnguagnoli e nelle virtuosistiche sillabazioni della sua parte oltre che nella resa burbera del personaggio, aliena tuttavia dai vizi di eccessive caricature. La voce chiara e timbricamente ricca e flessibile di Pietro Adaini ha dato vita in maniera convincente al personaggio del Conte di Almaviva, sciolto e scenicamente dinamico nelle diverse situazioni.
A completare il cast: Petya Tzoneva (Berta), Luigi Cirillo (Fiorello). Un momento particolarmente riuscito della rappresentazione per l’accordo e l’equilibrio raggiunti tra le voci e l’orchestra, il celebre Finale I, che ha osservato la dosata e inflessibile calibratura ritmica e dinamica dei mitici “orgiastici” concertati rossiniani.
Per il resto la direzione decorosa di Antonello Allemandi non ha sempre creato il massimo della sinergia tra la scena e il complesso orchestrale salernitano che pure si è distinto per i suoi migliori timbri solistici, mentre la dettagliata regia di Sorrentino Mangini, è risultata persino esteriormente sovraccarica, stante una musica, del tutto bastevole a creare vivacità comica per dover ricorrere ad ulteriori trovate teatrali che nulla aggiungono.
Come sempre all’altezza del suo compito il coro del Teatro diretto da Tiziana Carlini.
Rosanna Di Giuseppe